Sanità

Pronto soccorso, a Genova ospedali sotto pressione, boom di accessi al Villa Scassi

E il Pd attacca la giunta regionale: "Mancata organizzazione tra medici di famiglia, guardia medica e nosocomi"

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Genova. Oltre dieci ambulanze in attesa all’ingresso del pronto soccorso dell’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena, attorno all’ora di pranzo, all’indomani della due giorni festiva, in parte per il numero importante di casi di influenza, ma non solo per questo motivo. E’ solo uno dei casi critici che riguardano i punti di emergenza degli ospedali cittadini, messi a dura prova, ma non collassati, nel giorno di Natale e il quello di Santo Stefano.

Quasi 40 pazienti in Obi, osservazione breve intensiva, nel pomeriggio. Situazione leggermente meno pesante al San Martino e al Galliera, comunque in affanno, soprattutto in mattinata.

Proprio oggi è in programma un incontro con tutti i direttori sanitari delle aziende liguri e il commissario straordinario di Alisa, Walter Locatelli, per fare il punto della situazione e programmare il sistema in vista della fine dell’anno e dell’inizio 2018, quando è previsto il picco influenzale.

L’attacco del PD. “Il presidente Toti e l’assessore Viale continuano a dire che va tutto bene – attaccano dal gruppo del Pd in Regione Liguria – l’alto numero di accessi negli ospedali – soprattutto per codici verdi dovuti all’influenza – ha provocato code, lunghe attese e disservizi. Una situazione simile a quella che si è verificata esattamente un anno fa e che è figlia della mancata organizzazione da parte dell’assessore Viale. È chiaro che senza una coordinazione fra medici di famiglia, guardia medica e ospedali chi si ammala non può far altro che rivolgersi al pronto soccorso. Magari anche questa volta, come è accaduto l’anno scorso, l’assessore Viale darà la colpa all’influenza arrivata in anticipo, promettendo che a Natale 2018 il sistema si farà trovare pronto. Il fatto è che se non si lavora sulla prevenzione e sull’organizzazione e se non lo si fa per tempo, ogni volta i liguri dovranno fare i conti con lunghe attese e code infinite dentro i pronto soccorso”.

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