Benamir nabil

La ex del terrorista arrestato: “Era diventato taciturno e aveva nuovi amici”. In Procura un nuovo fascicolo per dare la caccia ai membri della cellula jihadista fotogallery

A Genova aveva vissuto dal 2006 al 2015. Dopo la radicalizzazione era tornato in città accampandosi nella tendopoli della Foce

Benamir Nabil

Genova. Negli ultimi mesi Benamir Nabil, il 30enne marocchino arrestato ieri per terrorismo, era diventato improvvisamente taciturno e aveva cambiato compagnia: smesso di frequentare un gruppetto di musulmani con cui nei mesi precedenti era solito bere o far uso di droghe e aveva nuovi ‘amici’.

Non andava nelle moschee Benamir e non pregava ma si era messo a studiare il Corano e ne ascoltava la lettura direttamente dallo smartphone. A rivelare agli investigatori della digos come erano cambiate le abitudini del giovane marocchino è la sua ex compagna, che a breve partorirà da lui due gemelli. In pratica, dopo una prima fase di radicalizzazione che sarebbe avvenuta con i viaggi in Siria e in Iraq, Benamir, secondo quanto riferito dalla sua ex, avrebbe fatto in questa primavera estate un ulteriore ‘salto’, forse proprio per prepararsi a un attentato.

Benamir era arrivato a Genova a metà marzo, anzi era tornato a Genova, dove aveva già vissuto a lungo in passato, quasi ininterrottamente tra il 2006 e il 2015. A Genova tra l’altro il giovane marocchino aveva accumulato un numero sostanzioso di denunce e condanne per i reati più svariati: dal furto allo spaccio di sostanze stupefacenti, dall’occupazione di un edificio a Nervi a una condanna per lesioni, stalking e violenza privata. Tanto che per le condanne genovesi era finito in carcere per due volte, ad Arbus in Sardegna e a Caltanissetta. Ma la sua base italiana è sempre rimasta Genova, ed è per questo che dopo essersi radicalizzato e aver vissuto in questi ultimi due anni tra Germania, Olanda e Spagna (con l’intermezzo di viaggi in Siria e in Iraq) a metà marzo decide di tornare qui.

All’arrivo sotto la Lanterna Benamir dorme accampato nella tendopoli alla Foce, poi con la compagna occupa una casa del Comune in via del Pescatori. Prima appunto frequenta connazionali poco inclini al rispetto della religione islamica, poi improvvisamente cambia giri ma la sua compagna dice di non sapere chi frequenti. E Benamir “mentre in precedenza era solito raccontare molte cose di sé e della propria giornata – dice la ex compagna brasiliana – ora se sollecitato a confidarsi, mostrava segni di insofferenza ed accessi d’ira”.

Chi sono le persone che frequenta a Genova e soprattutto chi sono gli altri sette “Lupi solitari” della chat di Telegram? Quella chat, recuperata dagli investigatori della Digos, scrive il sostituto procuratore Federico Manotti della direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo nella richiesta di misura cautelare “induce a pensare all’esistenza di una cellula jihadista strutturata, sebbene non sia stato ancora possibile identificarne gli appartenenti, per dar corso ad un preciso disegno criminale di natura terroristica”. La procura di Genova per questo ha aperto un secondo fascicolo contro ignoti.

Intanto domani mattina alle 9.30 Benamir Nabil sarà interrogato dal gip Nadia Magrini per la convalida dell’arresto. Il marocchino è recluso al momento nel carcere genovese di Marassi (dove sta scontando la condanna a 3 anni e mezzo per maltrattamenti alla sua compagna) ma dopo l’interrogatorio dovrebbe essere trasferito in una delle carceri di massima sicurezza dove sono rinchiusi i sospettati di terrorismo internazionale, probabilmente il carcere di Rossano a Cosenza.

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