Genova. Si chiamano Giorgio Gardella e Max Tinelli, hanno poco più di trent’anni e abitano rispettivamente a Montebruno e Rossiglione, nell’entroterra di Genova, i due naziskin che hanno partecipato al blitz nella sede di Como senza frontiere alcuni giorni fa leggendo un proclama e intimidendo i partecipanti alla riunione dei volontari pro migranti. Insieme ad altri 11 skinhead sono stati denunciati per violenza privata dalla procura di Como.
I due, che non hanno precedenti penali, fanno parte della sezione genovese di Veneto Fronte Skinhead, gruppo di estrema destra nato a metà degli anni ottanta, con base principale a Vicenza ma militanti sparsi un po’ in tutto il Nord.
A Genova i militanti in realtà sono una manciata, cinque o sei spiegano gli investigatori della Digos. Nella variegata galassia dell’estrema destra sono forse il gruppo più esiguo, rispetto a Casapound per esempio che oggi a Genova ha un centinaio di iscritti ed è indubbiamente in fase espansiva e alla stessa Lealtà Azione che conta una trentina di militanti tra Genova e il Tigullio.
Proprio a Lealtà Azione, che è nata nel milanese, sono politicamente più vicini in quanto i due movimenti pescano dallo stesso bacino, tra tifoserie e concerti nazi-rock.
A differenza di Casapound e Lealtà azione in città si notano poco, ma partecipano spesso agli eventi ‘di genere’, dalla commemorazione dei caduti dell’Rsi alla targa per Giuseppina Ghersi a Savona. Ancora, con i ‘cugini’ hanno partecipato alla marcia, con tanto di saluto romani di questa primavera al Campo X del cimitero maggiore di Milano.