L'indagine

Blitz naziskin a Como, a Genova sequestrati cellulari e vestiti

Le perquisizioni all'alba nelle abitazioni di Gardella e Tinelli a Montebruno e Rossiglione

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Genova. Perquisizioni anche a Genova nell’ambito dell’inchiesta della procura di Como per il blitz del 28 novembre da parte dei militanti di Veneto Fronte Skinhead nella sede di Como senza frontiere. Le perquisizioni hanno riguardato le abitazioni di Giorgio Gardella e Massimo Tinelli, i due genovesi che hanno partecipato al blitz. La digos di Genova si è presenta all’alba a Montebruno e a Rossiglione, dove risiedono i due naziskin che con altri 11 sono indagati per violenza privata aggravata in concorso. Perquisizioni, in diverse province del Nord, a casa di 12 su 13 componenti del gruppo.

Gli investigatori hanno sequestrato i cellulari di Gardella e Tinelli. L’obiettivo è accertare come sia stato coordinato il blitz con militanti arrivati da diverse città del nord ma anche se si tratti di un fatto isolato o che rientri invece in una strategia più più ampia penalmente rilevante.

Sui supporti informatici sequestrati, che saranno inviati a Como, si cerca anche il testo del proclama che è stato letto. Secondo quanto appreso ai due genovesi sarebbero state sequestrate anche le giacche con il logo di Veneto Fronte Skinhead sezione Genova che i due indossavano la sera del blitz e che sono servite per la loro identificazione, ma anche cappelli, sciarpe, adesivi e altro materiale d’area.

La Questura ha notificato ai dieci indagati non residenti in provincia di Como, tra cui quindi anche Tinelli e Gardella, il provvedimento del foglio di via obbligatorio, con divieto di ritorno nel Comune di Como per un periodo di tre anni.

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