Genova. La produzione alimentare ligure si conferma tra le più apprezzate
all’estero. Secondo gli ultimi dati Istat diffusi dall’Ufficio Studi Confartigianato e relativi al primo semestre 2017, la nostra regione si piazza al terzo posto in Italia per esportazioni di bevande e prodotti alimentari, con ben 226 milioni di euro di export, in crescita del 13,5% rispetto allo stesso periodo del 2016 (la media nazionale è del +5,7%).
198 milioni di euro provengono dalle vendite all’estero di prodotti alimentari, il restante sono bevande. Nel resto d’Italia trainano Lombardia (quasi 3 miliardi, +11%), Veneto (2,6 miliardi, +5,8%) ed Emilia Romagna (2,5 miliardi, +7,2%).
Focalizzando l’attenzione sul vino, spicca la crescita della Liguria, pur pesando poco sull’export nazionale del settore (il colosso Veneto esporta per un miliardo a semestre): nei primi sei mesi del 2017 la nostra regione ha esportato per 9,5 milioni di euro, in crescita del 58,9% rispetto allo stesso periodo del 2016.
«Nonostante le difficoltà di questi anni – spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – il settore alimentare resta uno zoccolo duro dell’artigianato ligure ed è particolarmente apprezzato dai consumatori anche esteri che ne riconoscono le produzioni di eccellenza, realizzate con materie prime di alta qualità, dalla lunga tradizione e dalla lavorazione attenta e sapiente.
Caratteristiche che, a maggior ragione durante il periodo natalizio, sono determinanti nella scelta di un dono o dei prodotti alimentari da acquistare in vista dei tradizionali
pranzi e cene. Per favorire il settore dobbiamo quindi proseguire nel solco delle azioni intraprese: da una sempre più ampia diffusione del marchio “Artigiani In Liguria” a politiche di accompagnamento verso i mercati esteri con Liguria International, fino alla prevista esenzione regionale Irap per le imprese alimentari nate nel 2018».
Guardando all’export provinciale, la Liguria è spaccata a metà: Genova si dimostra il territorio più dinamico, con un valore dell’export alimentare che nei primi 6 mesi del 2017 tocca i 138 milioni di euro (124 alimentare, 15 bevande) e che cresce del 27,3% rispetto al 2016. Alla Spezia, con i suoi 14 milioni di euro di export (8 alimentare, 6 bevande) la crescita è dell’1,5%.
A Ponente i segni negativi: a Imperia 58 milioni di export (52 alimentare, 6 bevande), in calo del 2,4%, il savonese un calo addirittura del 10% delle esportazioni di prodotti alimentari (15 milioni) e bevande (1 milione).
La dinamica delle imprese liguri mostra un andamento positivo, in controtendenza al dato nazionale (-0,8%): in Liguria, al terzo trimestre 2017, si contano 3.110 micro e piccole imprese artigiane attive nel settore alimentare, cresciute dello 0,8% nell’ultimo anno, prima regione in Italia. Rispetto al 2016, tra le regioni che contano un numero di imprese del settore superiore a mille unità, registra un trend positivo solo la Lombardia (+0,3%).
I settori: per la maggior parte si tratta di pasticcerie, panifici e gelaterie (1.561, +0,8%), seguite dai servizi di ristorazione da asporto (1.076, +1,2%). La produzione di pasta conta 202 realtà (-2,4%). Seguono 53 piccole imprese attive nella produzione di oli e grassi vegetali e animali (+1,9%), 44 realtà nel settore del tè, caffè, cacao, spezie (-2,2%) e 34 microimprese attive nella lavorazione e conservazione frutta, ortaggi e pesce (+3%). 26 tra distillerie, birrifici e produzione di altre bevande (-3,7%), invariate le realtà attive nella lavorazione e conservazione di carne (21).
Le province: Genova in testa per numero di microimprese attive, in totale 1.587, in crescita dell’1,7%. Si tratta soprattutto di imprese attive nella produzione di pane, dolci e gelati (732, +1,2%), nei servizi di ristorazione da asporto (644, +3,2%) e nella produzione di pasta (116, -1,7%). Savona seconda per numero di realtà attive, 704, in lieve calo dello 0,4%: in prevalenza sono panifici, pasticcerie e gelaterie (397, -1,7%), seguite dalla ristorazione da asporto (193, invariata rispetto al 2016), 41 i pastifici (in calo del 4,7%).