Genova. Dopo le manifestazioni e le polemiche di qualche settimana fa, per i migranti ospitati nell’ex asilo Contessa Govone di Multedo arriva anche la solidarietà, non solo dai comitati ma anche dal mondo della scuola. Gli scorsi giorni i dirigenti e gli insegnati dell’istituto comprensivo di Pegli hanno approvato una mozione di solidarietà in cui senza mezzi termini chiariscono che “ogni scuola, per essere tale, si deve schierare contro ogni razzismo e contro ogni muro, a favore dell’ascolto e del reciproco riconoscimento come esseri umani, nient’altro che esseri umani”.
Oggi don Giacomo Martino, direttore dell’ufficio Migrantes della Curia, a margine di un incontro con il prefetto Fiamma Spena, ringrazia: “Ci fa piacere questa solidarietà solidarietà della scuola perché così la scuola si dimostra nonostante le grandi difficoltà di essere una vera scuola che non insegna delle cose scritte sui libri ma genera cultura e la cultura non può essere altro che accogliente verso le altre”.
Nell’ex asilo di via delle Ripe a Multedo, intanto il numero dei profughi resta per ora 10, ma tra poco (si parla di circa una settimana) cominceranno gradualmente a crescere – 5 per volta – fino ad arrivare ai 50 previsti per liberare il seminario del Righi. “Diciamo pure che i dieci ragazzi che sono oggi di giorno a Coronata e di sera a Multedo si sentono un po’ spauriti anche all’idea di uscire per fare una passeggiata la sera – spiega Don Giacomo – e aumentare piano piano il loro numero consentirà loro di fare un po’ più gruppo”.
Per arrivare al numero definito fin dall’inizio occorrono però alcuni passaggi: anzitutto le certificazioni della Asl dei nuovi servizi e allacciamenti, poi un passaggio con il territorio che potrebbe essere fatto nei prossimi giorni grazie al lavoro di due assessori municipali.
“Spero sia ormai chiaro che questi 10 ragazzi non sono stati un problema anzi in un qualche modo hanno rasserenato tanti animi perché c’è stata una manipolazione delle coscienze ma grazie a Dio le coscienze dei singoli funzionano ancora e hanno restituito un po’ di dignità per queste persone”.