Domenica

In marcia contro il razzismo, ebrei e richiedenti asilo in piazza con Sant’Egidio

Il 3 novembre 1943, con un agguato dentro la sinagoga, iniziò la deportazione degli ebrei genovesi: domenica ricorre l'anniversario con la marcia silenziosa organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio

Deportazione degli ebrei; la marcia di Genova per non dimenticare
Foto d'archivio

Genova. Una marcia silenziosa da Galleria Mazzini fino alla Sinagoga di via Bertora. Domenica 5 novembre torna a Genova l’anniversario della deportazione degli ebrei organizzata la Comunità di Sant’Egidio e la Comunità ebraica “ricordare l’odio di ieri per dire no al disprezzo di oggi”.

Il 3 novembre 1943, con un agguato dentro la sinagoga, iniziò la deportazione degli ebrei genovesi: furono arrestate circa venti persone, ed altri arresti seguirono nei giorni immediatamente successivi. In tutto furono deportate 261 persone, e fra queste furono solo venti i sopravvissuti.
A 74 anni da quei tragici fatti, la Comunità ebraica di Genova, la Comunità di Sant’Egidio, il Centro Culturale Primo Levi hanno organizzato una marcia della memoria, per ricordare una delle pagine più nere della vita della città.
 
Domenica 5 novembre, alle ore 17.30 a Genova interverranno il rabbino capo di Genova Giuseppe Momigliano, il sindaco di Genova Marco Bucci, il responsabile della Comunità di Sant’Egidio di Genova Andrea Chiappori e il presidente della Comunità Ebraica di Genova Ariel dello Strologo.

Parteciperà il coro Shlomot.

Alla marcia parteciperanno molti genovesi: anziani, giovani, nuovi europei “per ricordare il razzismo di ieri e per riaffermare le ragioni della convivenza tra popoli e fedi diverse nella nostra città. Tra i presenti, si prevede la presenza di numerosi giovani richiedenti asilo”.

Nel corso della manifestazione verranno ricordati anche i genovesi che si opposero alla violenza nazista salvando la vita agli ebrei in fuga. Tra loro Il cardinale gesuita Pietro Boetto (1871-1946), arcivescovo di Genova dal 1938 al 1946, che da pochi mesi è stato dichiarato «Giusto tra le Nazioni» dal dipartimento dei Giusti tra le Nazioni di Gerusalemme che ha sede allo Yad Vashem, l’ente nazionale per la memoria della Shoah.

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