La replica

Dichiarazioni di Boccia contro scioperi Genova, Manganaro (Fiom): “Confindustria servi di Mittal

Sciopero Ilva 6 novembre

Genova. “Una dichiarazione fuori luogo, vuol dire che abbiamo colpito nel segno. Il presidente di Confindustria forse non sa neppure che la sua associazione è firmataria dell’accordo di programma del 2005 su Genova”. Così il segretario della Fiom genovese, Bruno Manganaro, risponde alla agenzia “Dire” agli attacchi del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia che invitato i sindacati ad avere un senso del limite.

“Gli scioperi sono ancora garantiti dalle battaglie sindacali di questi anni- prosegue Manganaro- Boccia invece di occuparsi delle forme di lotta dovrebbe rispondere nel merito perché la sua associazione è firmataria dell’accordo di programma e, invece, continuano a stare in silenzio: di solito le firme si difendono”. Manganaro passa, poi, al contrattacco: “Molte volte il male dell’economia sono proprio gli industriali che pensano più alla speculazione finanziaria che agli aspetti industriali delle aziende. Succede solo in Italia che gli industriali si dimentichino dei patti perché fanno più politica che attività industriale. E’ vergognoso che Confindustria non difenda neanche la sua firma: che fiducia si può avere in un’associazione così?”.

Per il sindacalista, “questo atteggiamento di Confindustria che difende Mittal, che non mi risulta neanche essere suo associato, appare un atto un po’ servile nei confronti del più grande europeo della siderurgia. Boccia ha bucato una gomma perché invece di occuparsi della firma di Confindustria sull’accordo di programma, che era firmato anche da un suo associato come la famiglia Riva, si preoccupa dei nuovi acquirenti”.

Manganaro, infine, rivolge un pensiero al ministro Carlo Calenda che ha criticato l’accoglienza data da Genova e Taranto ai nuovi proprietari di Ilva. “Il ministro dovrebbe dirci come mai una gara internazionale ancora oggi non abbia un atto formale che ne dichiari il vincitore: questo avviene solo in Italia. Noi difendiamo uno stabilimento in cui ci sono stati investimenti privati e pubblici: nell’accordo di programma è contenuto un piano industriale mentre gli investimenti della nuova proprietà sono ancora teorici. Anche il ministro e Boccia dovrebbero essere dalla nostra parte“

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