La lettera

Commemorazioni caduti di Salò, l’Anpi “striglia” Bucci: “Esca dalla ambiguità”

"Ricordare i deportati e poi chi li ha deportati non è possibile". Anche il Pd a Tursi chiede un chiarimento al sindaco

ANPI bandiera
Foto d'archivio

Genova. La risposta di Anpi non si fa attendere: dopo la deposizione di una corona di fiori al cippo dei “Caduti di Salò” da parte di un consigliere del Comune di Genova, per la prima volta dal dopoguerra, arriva secca la nota stampa dei partigiani, firmata da Massimo Bisca.

Una lettera che “striglia” il sindaco di Genova Marco Bucci: “No, sindaco Bucci. Non si può sfilare insieme alla Comunità Ebraica, a Sant’Egidio e alle forze democratiche della città in ricordo della deportazione degli ebrei genovesi e, nella stessa giornata, lasciare che un membro della sua maggioranza vada a portare una corona d’alloro ai caduti della Repubblica Sociale Italiana al Cimitero di Staglieno, a nome del Comune – si legge nel comunicato – Perché quei combattenti, sconfitti dalla storia benché umanamente pianti dalle loro famiglie, hanno deciso rastrellamenti e uccisioni proprio di appartenenti alla comunità ebraica. Lei ha delegato un suo rappresentante in una cerimonia dove si mettono sullo stesso piano i lavoratori genovesi deportati nel giugno 1944 e gli stessi che li caricavano sui treni per spedirli a Mauthausen”

Secondo il segretario di Anpi, quindi, non si può essere equidistanti da chi ha subito le torture, le umiliazioni e la violenza mortale e chi tutto ciò lo ha perpetuato a danni di innocenti.

L’appello arriva senza giri di parole: “Non si può, sindaco Bucci, ricoprire il ruolo di primo cittadino di una città medaglia d’oro della Resistenza come Genova senza prendere una posizione netta ed uscire dall’ambiguità”.

Nella lettera viene citato anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella, che recentemente ha dichiarato che “La nostra è una repubblica democratica e antifascista perché il fascismo è il contrario, è la negazione di quanto è scritto nella Costituzione”.

Ma l’accusa principale arriva per il discorso tenuto da Gambino, discorso che secondo l’Anpi messo sullo stesso piano: “i fucilati del forte di San Martino e i repubblichini che li trucidavano con un colpo alla nuca facendoli salire sui cadaveri dei loro compagni uccisi prima di loro. Quale spinta ideale e amor di Patria c’era nel torturare uomini e donne alla casa dello studente colpevoli solo di lottare per la libertà. Quale onore c’era in questo?”.

Presa di posizione anche da parte del gruppo Pd a Tursi. “Con le sue parole Gambino mette in discussione la memoria dei valori fondanti la nostra Repubblica, quei valori per cui ieri in molti ieri sera hanno sfilato da Galleria Mazzini alla Sinagoga di Genova – spiega in una nota la capogruppo Cristina Lodi che sottolinea come Gambino fosse munito di fascia tricolore e quindi in rappresentanza del sindaco Bucci – Riteniamo pertanto doveroso, verso tutti i genovesi, un chiarimento e una presa di posizione da parte del primo cittadino, Marco Bucci, rispetto alle parole del consigliere Gambino che fa parte della sua maggioranza di governo”.

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