Genova. Con il crollo in borsa di ieri – in fumo quasi l’11% del valore delle azioni – Carige vale circa 144 milioni di euro. Proprio in queste ore avrebbe dovuto scattare, ma per ora è saltato, un aumento di capitale da 560 milioni. Quasi quattro volte il valore della banca stessa.
A essere saltata, in realtà, è la costituzione del Consorzio di Garanzia che dovrebbe garantire, appunto, alla ricapitalizzazione. L’annuncio in prima mattinata, oggi, con un comunicato del gruppo bancario che riunisce, alle 9e30, un consiglio di amministrazione straordinario. Si valuteranno i passi da compiere e “se esistano i presupposti per procedere con il piano di risanamento della banca” o se l’amministratore delegato ipotizzerà un’eventuale proroga. Il titolo è sospeso a piazza Affari.
“Salta il consorzio di banche per l’aumento di capitale da 560 milioni, che avrebbe dovuto garantire l’operazione comprando azioni in caso di parziale insuccesso. A Genova sta andando in scena un copione sempre più simile a quello visto a Siena un anno fa con Monte dei Paschi”, twitta Carlotta Scozzari, giornalista ligure autrice del libro “Banche in sofferenza, la vera storia della Carige di Genova”. Nel dicembre scorso MPS, nel momento in cui stava per attuare la conversione dei bond si trovò con lo stesso problema – mancanza di un consorzio di garanzia – ma decise di procedere ugualmente. Sappiamo come è andata a finire: salvataggio di stato e tagli pesantissimi in vista da qui al 2012. Le due banche hanno situazioni e consistenza molto diverse. Tant’è.
Il consorzio di garanzia, spiegano dalla banca, non ha avuto le piene condizioni per costituirsi nonostante l’ottenimento dell’autorizzazione da parte delle Autorità di Vigilanza e i positivi riscontri ricevuti per l’acquisizione formale di manifestazioni di interesse e di specifici obblighi di garanzia da parte di nuovi investitori istituzionali.
Quello che Carige dovrebbe mettere in atto tra la prossima settimana e la prima di dicembre sarebbe il terzo aumento di capitale in quattro anni.