Genova. “La situazione è sotto controllo” dice l’amministratore delegato di Carige Paolo Fiorentino all’apertura della settimana in cui prenderà l’avvio l’aumento di capitale da 560 milioni. Si tratta del terzo aumento di capitale in quattro anni ed è arrivato, spiega lo stesso Fiorentino, “in un momento di mercato molto complicato, non è la stagione migliore per andare in cerca di capitali”. Il riferimento, è quello che è successo mesi fa a Monte dei Paschi, per cui è stato necessario l’aiuto di stato, e a Creval, istituto di credito in una posizione più difficile di Carige.
“Nonostante tutto questo – dice l’ad di Carige – abbiamo messo in sicurezza il nostro aumento di capitale, abbiamo incassato la fiducia dei nostri grandi azionisti, la Malacalza holding per cominciare, ma anche Volpi, Spinelli, Coop Liguria e varie fondazioni. Quindi siamo responsabilmente orgogliosi di avere ottenuto questa fiducia anche da parte di fondi internazionali e soggetti italiani istituzionali che ci accompagnano in questa fase garantendo di fatto il successo dell’aumento di capitale”. Un aumento di capitale che potrà portare qualche cambiamento nella compagine azionaria. “Senza che io veda alcun ‘ribaltone’ nella governance – afferma Fiorentino – nella continuità avremo una distribuzione leggermente diversa”.
Oggi, dopo il via libera da Consob all’ammissione del titolo in borsa, c’è stato una nuova sospensione per eccesso di ribasso. Il titolo ordinario non ha fatto prezzo, con un teorico pari a -34%, mentre le azioni di risparmio, dopo aver fatto un prezzo di 68,2 euro, sono state sospese per eccesso di ribasso (calo teorico del 14,42%).
Le dinamiche sono solo parzialmente collegate, ad ogni modo. E l’amministratore delegato della banca rassicura gli investitori. “Di fatto gran parte dell’aumento è già garantito”. Perché se è vero che la prima parte dell’aumento si concluderà il 6 dicembre, l’11 e il 12 ci sarà un’asta per l’eventuale inoptato e il 15 dicembre si chiuderanno definitivamente i giochi, “L’ora x è stata già oggi – afferma Fiorentino – la storia la conosciamo già, abbiamo l’ordine irrevocabile degli azionisti a partecipare e un’analoga posizione da parte di soggetti istituzionali”. L’aumento potrebbe scattare mercoledì 22 novembre, e sarebbe la prima volta che un gruppo bancario fa partire un aumento di capitale in mezzo alla settimana, e non di lunedì.
Il rischio, d’altronde, è che più passa il tempo e più possa prendere piede il senso di incertezza che, nei giorni scorsi, ha accompagnato clienti e investitori della “banca dei genovesi”. “Qualcuno – osserva Paolo Fiorentino – si è legittimamente spaventato perché alcuni organi di stampa hanno fatto del terrorismo, non informando ma disinformando. A chi ha chiuso il conto o si è allontanato da Carige dico che il successo di Carige è nei propri clienti ed è attraverso la relazione con i nostri clienti che noi possiamo continuare a essere la controparte naturale dell’economia ligure. Noi abbiamo bisogno di avere l’economia a supporto, noi supportiamo l’economia ligure, è una sorta di vincolo non scritto. Quindi a loro dico: tornate a casa, è da questa casa che possiamo tornare a lavorare per lo sviluppo del territorio.
Nel frattempo Carige, oltre a rafforzamento patrimoniale, dovrà anche gestire il collocamento degli npl – non performing loans – i cosiddetti crediti deteriorati. “Siamo in esclusiva con Credito Fondiario per una parte di 1,2 miliardi che si somma ai 940 che abbiamo già venduto a luglio – racconta l’ad Carige – il processo è partito il 4 di agosto, e ha coinvolto oltre 30 soggetti istituzionali, entro fine anno firmeremo la cessione di questa fetta, poi ne metteremo in vendita altri 200 milioni”.
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