Genova. E’ indagato per associazione con finalità di terrorismo Nabil Benhamir, il marocchino di 29 anni arrestato nel quartiere della Foce a Genova lo scorso agosto per maltrattamenti e sequestro di persona nei confronti della moglie. L’iscrizione nel registro degli indagati per l’articolo 270 bis è avvenuta nelle scorse settimane dopo che nel cellulare dell’uomo sono stati trovati video e filmati di decapitazioni e sgozzamenti di prigionieri.
Secondo gli agenti della Digos genovese, coordinata dal pm del pool antiterrorismo Federico Manotti, Benhamir sarebbe un fiancheggiatore dell’Isis. Le indagini proseguono per ricostruire i contatti dell’uomo che era già stato segnalato dalla polizia francese, tedesca e olandese come persona da tenere sotto controllo perché fermata più volte in compagnia di fondamentalisti. Erano stati proprio i viaggi senza apparente motivo in Nord Europa, ma anche in Francia e nei paesi scandinavi a insospettire gli investigatori.
Era stata la stessa moglie di Benhamir, sentita nell’ambito dell’inchiesta sui maltrattamenti (indagine coordinata dal pm Giuseppe Longo) a dire che l’uomo si stava radicalizzando e che la picchiava se non rispettava alla lettera i precetti islamici.
Domattina, davanti al gup Cinzia Perrone, verrà discusso l’abbreviato per la vicenda riguardante il sequestro di persona e i maltrattamenti. Benhamir era stato arrestato a inizio agosto dopo che la sua convivente era riuscita a scappare e a denunciarlo alla polizia. L’uomo ha numerosi precedenti penali e avrebbe più volte cambiato identità. La donna, 32 anni, si era presentata negli uffici e aveva raccontato di essere stata picchiata dal convivente e di essere stata chiusa più volte in una stanza di casa con le sbarre. Era scattata subito la ricerca e l’uomo era stato individuato e arrestato dagli agenti delle volanti nei pressi dell’abitazione, alla Foce.