Monitoraggio

Pensavamo che lo Sbarazzo della Superba a San Quirico sarebbe stato un flop fotogallery

Invece, a un mese dall'apertura, il mercatino di merce usata che si trovava in via Turati funziona. Anche se la lontananza dal centro resta un punto critico

mercatino san quirico sbarazzo della superba

Genova. Il 5 settembre scorso, non senza un ricco sottofondo di critiche e valutazioni più o meno polemiche, partiva il progetto dello Sbarazzo della Superba. O Sbarasso da Superba, per dirla in genovese, come piace alla giunta Bucci.

Il vecchio “suq” di via Turati, il mercatino di merce usata gestito a lungo con il sistema Chance, ideato dalla precedente amministrazione comunale, era stato trasferito all’interno di una parte del piano terra del Mercato dei fiori di San Quirico, in Valpolcevera, in un magazzino di proprietà del Comune.

E’ passato un mese dall’apertura nella nuova collocazione e siamo andati a verificare come stesse procedendo l’esperimento. La risposta la danno i numeri: bene. Dai 50 venditori dei primi giorni, si è passati a circa un centinaio. I clienti ci sono: soprattutto stranieri, nordafricani e centrafricani, per lo più, così come i venditori. Ma anche qualche italiano, magari in cerca di oggetti da collezione.

“Io lo dicevo, lontano ma bello – afferma Assan, uno dei responsabili della cooperativa Solidarietà e lavoro, che segue lo svolgimento del mercatino – qui le cose stanno andando bene, fin troppo, a volte non ci sono tavoli abbastanza per tutti e c’è chi deve mettersi in attesa”. E’ vero: all’ingresso anche la scrivania dove solitamente si danno i permessi è stata destinata a banchetto per la merce.

Scarpe di ogni foggia, indumenti – giacche e vestiti pesanti, in vista della stagione in arrivo – chincaglierie di ogni tipo, qualche pezzo vintage, come un vecchio giradischi, lampade a olio, quadri e bigiotteria, ma anche piccoli elettrodomestici, strumenti per il bricolage, e giochi di ogni tipo: questa la merce che si trova esposta e che, per regolamento, deve essere usata e non deve essere venduta a una cifra più alta di 50 euro. Per vendere bisogna registrarsi e pagare 1 euro di tassa.

Una cifra simbolica che però, se si aggiunge ai soldi necessari all’acquisto di un paio di biglietti dell’autobus, rischia di comportare un esborso troppo alto per tanti venditori. “Per questo se arrivano fino qui – dicono i responsabili della cooperativa – cerchiamo sempre di trovare un posto per farli vendere”.

La lontananza dal centro resta un punto critico soprattutto per chi – parole dello stesso assessore alla Sicurezza Stefano Garassino – avrebbe voluto che lo “Sbarazzo” diventasse un mercatino delle pulci come quelli che, in altre città, costituiscono anche un’attrazione turistica. Il bunker di San Quirico mantiene i profili di un ghetto, nel senso letterale del termine. Rispetto a via Turati, però, chi lo frequenta ha ora uno spazio al chiuso, dotato di servizi igienici e che in inverno potrà essere riscaldato.

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