Prevenzione

La “manovra” che salva la vita spiegata agli studenti

Iniziativa che rientra nell’ambito del congresso di cardiologia interventistica

Genova. In ogni piano di ogni edificio scolastico e’ presente un estintore ma, in Italia, sono molti più i casi di decesso per arresto cardiaco che per incendio. Un’affermazione che può sembrare un paradosso, sarebbe difficile avere tanti defibrillatori quanto sono gli estintori, ma che spiega molto bene la situazione della prevenzione in questo campo.

Temi che sono stati al centro del congresso nazionale della società italiana di Cardiologia interventistica, e dell’Italian Resurrection Council, che si è concluso a Genova e che ha visto, tra le iniziative, anche la presenza in piazza Matteotti degli operatori di “New Life Resuscitation” che hanno coinvolto circa duecento studenti delle scuole superiori genovesi con attività formative.

“La rianimazione cardiopolmonare deve entrare nel bagaglio culturale dei giovani – spiega Emanuele Sartori responsabile ligure di Italian Resurrection Council – se vogliamo avere, in futuro, una popolazione più matura e più responsabile. Circa il 75% delle persone che vanno incontro ad arresto cardiaco possono essere salvate se chi è presente che inizia precocemente le manovre di rianimazione cardiopolmonare. Un dato importante visto che, in Italia l’arresto cardiorespiratorio è una delle cause di morte più alte in assoluto”.

I numeri, infatti, parlano chiaro. Una persona ogni mille residenti, ogni anno, secondo statistica, va incontro a un arresto cardio-respiratorio e quindi avere strumenti per poter salvare delle vite diventa sempre più indispensabile. Tra l’altro sono operazioni che si possono fare in modo abbastanza semplice, con manovre alla portata di tutti, e senza necessità di avere le attrezzature bastano le proprie mani. “Riconoscere un arresto cardiorespiratorio, segnalarlo immediatamente al servizio di emergenza e iniziare precocemente il massaggio cardiaco – conclude Sartori – implicano conoscenze di base estremamente semplici.

Conoscenze semplici che, comunque, diventano fondamentali. “Sapere come intervenire e, soprattutto, sapere cosa cosa non fare è di fondamentale importanza – spiega Paolo Moscatelli, direttore di medicina d’urgenza del Policlinico Ospedale a San Martino – perché consente di evitare dei danni cerebrali irreversibili, nel caso dell’arresto cardiocircolatorio, e di fare le manovre corrette nel caso dell’ostruzione delle vie aeree, delle persone che svengono, degli incidenti, dei traumi. Questa formazione deve diventare veramente diffusa partendo dai ragazzi.

Una materia sulla quale, comunque, la Liguria rappresenta uno dei livelli di eccellenza a livello nazionale. “Da diversi anni ci stiamo muovendo bene a livello regionale – conclude Moscatelli – e in questo senso le iniziative che vengono prese fanno della Liguria una delle regioni più avanzate a livello nazionale. Bisogna insistere e andare avanti in questa direzione utilizzare le esperienze migliori che ci sono proprio per divulgare questo tipo di iniziative

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