Genova. A poche ore dalla visita delle istituzioni ai cantieri genovesi del Terzo Valico a Trasta e Fegino, la reazione del gruppo “Donne della Valpocevera” che ricordano le inchieste e gli arresti che hanno riguardato Cociv, il consorzio di costruzione e sottolineano: “Si tratta di un’opera dove non esiste un’analisi costi-benefici”.
“Abbiamo assisto – si legge nel comunicato – a uno spettacolo inquietante e a una propaganda vergognosa e menzognera dell’inutile opera che ci costa 6,2 milioni di euro, mirata a creare consenso intorno alla costruzione del Terzo Valico. Senza la possibilità di un contraddittorio, senza che vi sia una verifica e una analisi dell’informazione data che viene così subita, da chi ascolta e non mette in dubbio minimamente che si debba verificare con dati alla mano quanto viene propagandato”.
L’esistenza di due portali web dove Cociv e il governo ricordano di aver pubblicato molti dati relativi a cantieri e appalti non basta a “Le donne della Valpolcevera”: “Poca trasparenza sui ritrovanti di pietre amiantifere, poca trasparenza sulle analisi effettuate, poca trasparenza sui trasporti di materiale contaminato che attraversano siti abitati e sotto alle nostre finestre e in orari scolastici – scrivono – il trasporto e lo smaltimento di amianto fanno lievitare i costi. Ma tanto cosa importa? Il primo malato arriverà tra trent’anni”.
“Pensiamo ai nostri figli – continuano, ribadendo l’assoluta contrarietà verso la grande opera – che più di tutti pagheranno il progressivo peggioramento della qualità della vita a causa dei cantieri del Terzo Valico, strade rese pericolose da un numero impressionante di camion, polvere e rumore. In futuro saranno loro a pagare i conti dello sperpero di enormi quantità di denaro pubblico e della distruzione del territorio in cui cresceranno”.