Genova. All’indomani dell’elezione del Consiglio Metropolitano arrivano le prime critiche alla maggioranza, ma non solo. Coalizione Civica, che ha raccolto Sinistra Italiana, Possibile e Chiamami Genova, lancia il “j’accuse”: “Su 47 candidati le donne erano solo 9, cioè meno del 20%”.
Stando ai regolamenti, in questa tornata non era previsto alcun obbligo in merito, ma la qualità del dato, secondo i “civici” è significativo: “Le recenti elezioni per il consiglio metropolitano di Genova, nelle quali si è parlato per lo più di nomi e schieramenti al punto che presentare programmi non era neppure obbligatorio – scrivono nel comunicato stampa – hanno posto un enorme problema totalmente rimosso da commentatori e media: la parità di genere. La legge – per i primi 5 anni di elezioni di secondi livello – non obbliga al rispetto delle quote di genere: tutte le formazioni a parte “Coalizione civica” che ha messo in lista 4 donne e 5 uomini (anche il PD!) si sono ben guardate dal farlo di propria volontà”.
“Questo “particolare” è stato omesso forse per vergogna persino nel comunicato ufficiale comparso sul sito istituzionale dell’ente dove invece sono state analizzate puntualmente il rinnovo rispetto alla precedente legislatura (sic!) e la provenienza territoriale. E caso assolutamente eclatante tra le fila della maggioranza di centrodestra ci sono solo maschi: 11 su 11″
Le uniche donne elette nel consiglio sono Daniela Tedeschi, di Coalizione Civica appunto, e il sindaco di Mignanego Maria Grazia Grondona.
Quindi per i rappresentanti di Coalizione Civica, il quinquennio amministrativo dell’ente “è incominciato malissimo”