Ce l'abbiamo fatta

Vittime della Tratta, Regione “riesce” a partecipare al bando, 400 mila euro per Comune di Genova

Dopo la gaffe dello scorso anno, i finanziamenti governativi arriveranno anche in Liguria

Centro antiviolenza Mascherona, 8 marzo
Foto d'archivio

Genova.Dopo il “fallimento” dell’anno scorso, per cui Regione Liguria fu esclusa dai finanziamenti perchè la domanda arrivò oltre la scadenza fissata dal ministero, arriva l’adesione al progetto nazionale anti tratta di esseri umani.

Si tratta di un bando del dipartimento Pari opportunità del Consiglio dei ministri rivolto alle regioni, che partirà il 1° dicembre e proseguirà per quindici mesi. Per la Liguria sono stati stanziati 850 mila euro, 400 mila per il Comune di Genova mentre 320 mila andranno alle associazioni che aderiscono in modo collaterale al progetto.

Lo scorso anno la Liguria non è riuscita ad aderire al bando, tuttavia – come ha spiegato l’assessore Francesca Fassio – il servizio è stato mantenuto, seppure a regime ridotto.
Grazie ai fondi in arrivo, il Comune avrà ora la possibilità di implementare gli orari di apertura dello Sportello per le vittime della tratta di via di Mascherona e l’ufficio Cittadini senza territorio, che lavoreranno in sinergia con le Unità di strada e con la realtà associative (Auxilium, San Benedetto, Agorà etc.).

A regime, si prevede la presa in carico di circa 80 persone – donne costrette alla prostituzione e uomini obbligati a lavorare in regime di schiavitù nel settore agricolo, fenomeno purtroppo presente nella Piana di Albenga – che verranno inserite in un percorso personalizzato di integrazione e di protezione e alle quali verrà accordato il permesso di soggiorno.

Per quanto riguarda la questione residenzialità, sono previsti cinque posti per donne e tre per uomini nella cosiddetta “casa di fuga”; come seconda accoglienza, saranno disponibili in alloggio protetto cinque posti per le donne e tre per gli uomini, per un periodo di dodici mesi. Inoltre si potrà contare su quattro posti in alloggio, legati a progetti che traguardano l’autonomia totale della persona. Attualmente, infine, sono disponibili nove posti per i minori e per le donne con bambini, con l’obiettivo di averne altri 20 da suddividere tra le due parti.

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