Genova. Un pattuglione di Cantunè, rafforzato dai nuovi effettivi “anti-degrado”, riconoscibili dal berretto alla americana, nel tardo pomeriggio di oggi ha fatto strage di moto, elevando in pochi minuti decine di verbali per sosta irregolare. In campo anche nuovi, e “infernali”, “smartphone” che in pochi secondi possono sfornare il temuto verbale, a mo’ di scontrino.
Molte, infatti, le due ruote parcheggiate, come di consueto, “alla meno peggio”; una scena che si ripete ogni giorno, vista la penuria di stalli dedicati, in virtù di un fragile “equilibrio” che si regge su una sottile linea di tolleranza basata sul buon senso. O sulla pietà, a seconda dei punti di vista.
Ma c’è un ma. Da qualche giorno, infatti, a occupare circa un quarto degli ambiti posti moto un “misterioso” cantiere, di “padre ignoto”, la cui recinzione non presenta la gerenza d’ordinanda, e, anzi, i cartelli con le date di inizio e fine lavori sono… vuoti, semplicemente. Senza contare i pezzi di fil di ferro che spuntano qua e là, pronti a insediare giacche, camicie, arti e volti di passanti distratti.
E quindi, questa piccola storia di “ingiustizia urbana” finisce così: tanti parcheggi sbagliati, tante multe, un cantiere prepotente e il buon senso in servizio da un’altra parte.