Mafie

‘Ndrangheta a Lavagna, la Regione si costituisce parte civile

Lo scorso luglio era stata emessa la prima condanna, con rito abbreviato, nell'ambito dell'inchiesta

Sedi istituzionali e palazzi del governo

Genova. La Regione Liguria si è costituita parte civile, tramite l’avvocato Guido Colella, nel processo a carico di 22 persone coinvolte, a vario titolo, nell’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel comune di Lavagna. Una modifica della legge regionale, voluta dalla giunta del governatore Giovanni Toti, prevede adesso l’obbligatorietà della costituzione per l’istituzione nei processi per associazione mafiosa. Il processo è iniziato oggi ed è stato rinviato al prossimo 27 settembre.

Lo scorso luglio era stata emessa la prima condanna, con rito abbreviato, nell’ambito dell’inchiesta: il giudice per l’udienza preliminare Nicoletta Bolelli aveva condannato a 14 anni e 8 mesi Antonio Rodà, uno dei presunti boss del levante.

L’indagine della squadra mobile di Genova e dello Sco, coordinata dal sostituto procuratore Alberto Lari, aveva portato un anno fa all’arresto fra gli altri dell’ex sindaco di Lavagna Giuseppe Sanguineti, dell’ex parlamentare Gabriella Mondello, oltre ai presunti boss del clan Casile-Rodà di Condofuri (Paolo, Antonio e Francesco Nucera e Francesco Antonio e Antonio Roda’).

Secondo l’accusa, Mondello avrebbe fatto ottenere l’appoggio elettorale al sindaco Sanguineti dai presunti boss di Lavagna in cambio di favori per la gestione dei rifiuti e per gli ombrelloni abusivi del lungomare di Lavagna.

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