Il fenomeno

“Genova vista da G e n o w a”, intervista agli ideatori della pagina Facebook più cool del momento

A botte di "meme" e riferimenti pop tra gli anni Ottanta e la generazione millennial raccontano la città oltre gli stereotipi. Facendo ridere. Tanto.

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Genova. E’ nata pochi mesi fa, sullo sfondo c’erano le elezioni comunali, ma viaggia già a pieno ritmo verso i 5000 “mi piace”.

Stiamo parlando di G e n o w a, una pagina Facebook che fa dell’estetica vaporvawe, della comunicazione attraverso i meme e dell’ironia – a volte demenziale a volte raffinatissima – i propri capisaldi. Probabile che se avete più di una quarantina d’anni faticherete a cogliere tutti i riferimenti pop di un ventaglio generazionale che va dai nati attorno al crollo del muro di Berlino fino ai millennial. Tant’è.

Nelle grafiche di G e n o w a troviamo colori e font che riconducono agli anni Ottanta e Novanta, ma anche i tormentoni social del momento (come quello del Buondì), rivisitati in chiave locale. Troviamo fantomatiche scritte in giapponese e post giocati sul dialetto “zeneise”.

Le scenografie e i protagonisti di videogiochi cult come Dragonball o Street Fighter sono traslati nei quartieri del centro, al porto antico, in periferia. Anzi, grande attenzione, nei meme di G e n o w a è prestata proprio ai quartieri popolari, da Voltri, a Bolzaneto, a Pra’, all’immediato entroterra e così via.

I riferimenti politici esistono, eccome, e sono quasi tutti incentrati sulla figura del sindaco Marco Bucci, talvolta dileggiato, talvolta presentato come un supereroe. Si parla, senza schieramento alcuno, di calcio – Genoa e Samp – e di specialità culinarie.

Abbiamo intervistato i creatori della pagina e l’impressione è stata quella di essere stati protagonisti di una piacevole “supercazzola”. Tuttavia, tra le palesi assurdità, siamo riusciti a cogliere il senso di un progetto che non è solo “sganasciamoci”, ma ha il profilo di una vera sperimentazione comunicativa contemporanea.

Siete una persona sola o un collettivo?
“Siamo un’entità. Non importa chi siamo ma cosa facciamo. Risposta seria: siamo più persone, di diverse età, che riescono a comunicare in un linguaggio simile e riescono a partorire contenuti a nostro avviso simpatici ed originali”.

Com’è nata l’idea?
“L’idea è nata, come accade sempre, per gioco. Per passare il tempo divertendosi ma con l’ambizione di innescare qualcosa nelle persone. Quello a cui puntiamo è fare non solamente un minino di “critica” verso alcuni aspetti o situazioni della Genova in cui viviamo, ma anche (e soprattutto) promozione per la nostra bellissima città e quello che ha da offrire. In un certo senso stiamo cercando di smentire il luogo comune dell’ “a Genova non c’è niente da fare”, anche attraverso immagini surreali. Dato il recente successo che stiamo riscuotendo ovviamente ci siamo montati la testa e i nostri obbiettivi sono cambiati radicalmente: fama, donne e ricchezza!”

Quando siete nati?
La miccia sono state le elezioni comunali.

Come si fa a scrivere come fate voi su G e n o w a?
“La værità è che siamo stati nel 3017, in una delle infinite linee temporali parallele alla realtà in cui viviamo. Li abbiamo visto che chiunque si esprime in questo modo, uomini e donne, bimbi e anziani. Così dopo aver conseguito una laurea in memetica e appreso la tecnica della scrittura -fullwidth- siamo tornati nel presente e abbiamo deciso di aprire una pagina”.

Pubblicate tutto quello che vi viene in mente o fate una selezione?
“Per quanto riguarda il “creare” direi che spaziamo su tutto quello che ci viene in mente, ma ovviamente facciamo una selezione per quanto riguarda le cose che poi effettivamente pubblichiamo. Nostra particolare cura, oltre la selezione dei contenuti proposti, è anche la diluizione degli stessi durante la settimana. Non vogliamo riempire il web di nostre creazioni, ma pubblicare con costanza, di modo da dilettare e non annoiare il nostro pubblico”.

Quali sono i meme ai quali siete più affezionati o quelli che comunque hanno riscosso maggiore successo?
“Non mi sentirei di dire che ci siano meme o immagini in generale a cui siamo più affezionati rispetto ad altre, più che altro ci piace quando vediamo che la gente interagisce molto con quello che postiamo. Ci sono stati casi in cui abbiamo ricevuto un feedback da istituzioni come l’hamburgeria Il Masetto o l’Acquario di Genova, cosa che ovviamente ci fa prendere benissimo. E adoriamo anche il fatto che un mucchio di gente ci mandi in posta un sacco di immagini fatte da loro”.

Siete sbarcati su Instagram. E’ vero che presto creerete anche un gruppo?
“Ci abbiamo pensato, e vista l’indecisione abbiamo fatto parlare il popolo, come ogni democrazia. Nel 3017 tutte le decisioni vengono prese con le reaction di Facebook, sapevatelo”.

Cosa pensate dell’immagine di Genova sugli altri gruppi esistenti? C’è chi esalta, chi mugugna, chi sottolinea situazioni di disagio, voi come vi definireste?

“Genova è bellissima, ma come ogni altra città italiana non è perfetta. È ovvio che ci sia del disagio di cui lamentarsi e pensiamo che sia giusto farlo, in modo costruttivo. E’ anche banale sottolineare costantemente, in modo grottesco, gli stereotipi del ligure e del genovese, come il “mugugno” o la chiusura verso i foresti. Non ci troviamo particolarmente d’accordo con il modo in cui questo viene fatto da alcune pagine, ma è anche cosa buona e giusta che ognuno sia libero di esprimersi come preferisce.
E’ vero che su alcuni aspetti da “like facile” ci abbiamo scherzato su anche noi, ma la nostra missione è dare uno sguardo diverso su Genova e sul genovese, uno sguardo che possa coniugare il bello di questa città e la virtù del suo cittadino”.

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