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Fegino, i Comitati insorgono per l’esercitazione a “porte chiuse”. E la bonifica post sversamento è ancora lontana

Comitato escluso dalla partecipazione delle operazioni. I cittadini di Fegino promettono battaglia

esercitazione iplom fegino
Foto d'archivio

Genova. Gli abitanti di Fegino, esclusi dal poter visionare le operazioni dell’esercitazione dei giorni scorsi, denunciano la mancanza di dialogo e accesso alle informazioni, per un’area che da decenni convive il rischio di incidente rilevante.

“Tutto il risalto mediatico che è stato dato ad un atto dovuto che si svolge, per legge, all’interno del deposito, e sempre per legge dovrebbe svolgersi all’esterno nel quartiere – si legge nel comunicato stampa di fuoco divulgato dai rappresentati del Comitato spontaneo cittadini Borzoli e Fegino – Questo ci fa capire quale evidentemente fosse l’intento dell’azienda nel voler far apparire a tutta l’opinione pubblica quanto non ci si debba preoccupare a vivere accanto ad un’azienda a rischio incidente rilevante”.

Eppure le richieste ci sono state: una volta diffusa la notizia della esercitazione, alla quale sarebbero stati presenti anche persone “non tecniche”, quindi ospiti, come il presidente del Municipio e assessori il Comitato ha fatto richiesta di presenziare, senza ricevere l’ok.

“Questo fatto ha evidenziato quanto il rapporto con la popolazione, che subisce la servitù della presenza dell’azienda, interessi alla stessa – sottolineano – Quanto leggiamo negli articoli ci fa ulteriormente indispettire, perché, quello che viene definito “momento di dialogo con il territorio” e “coinvolgimento della popolazione”, evidentemente per l’azienda hanno un significato differente rispetto a quello che viene da noi concepito”.

Una beffa, quindi, che arriva proprio “in faccia” a quei cittadini che da anni partecipano alla vita del loro territorio, attivandosi, preparandosi e mobilitandosi per la sicurezza di tutti.

Il Comitato è lo stesso che nei mesi scorsi ha depositato un esposto sulle operazioni di intervento post disastro, relative allo sversamento del 17 aprile 2016, quando, lo ricordiamo, oltre 700mila litri di greggio fuoriuscirono da una tubatura rotta, per finire nei torrenti, e poi in mare. “Non sappiamo più nulla sulla bonifica” lamentano i cittadini: la conferenza dei servizi aperta il 27 aprile scorso (ad un anno dal disastro) dovrebbe concludersi entro ottobre, portando la parola fine al contradittorio tra IPLOM ARPAL e Città Metropolitana sulle analisi degli inquinanti. Solo a quel punto dovrebbe partire la bonifica vera e propria. Dopo 18 mesi dai fatti, sicuramente non proprio una azione tempestiva.

Gli abitanti di Fegino, però, non si danno per vinti e promettono battaglia: “se il buongiorno si vede dal mattino, non è un buon giorno quello in cui manca una vera partecipazione e coinvolgimento attivo degli abitanti del quartiere che, evidentemente, continueranno con la loro attività di monitoraggio, controllo, denuncia e lotta”.

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