L'intervista

Estrema destra, parlano i militanti della Superba: “Neofascisti? Termine riduttivo, siamo sovranisti e guardiamo al futuro”

La violenza? "Viene sempre dall'altra parte ma nel caso sappiamo difenderci". "Avremmo aperto anche con Crivello sindaco, più che la politica ci interessa il sociale"

Bruco, il degrado del fratello minore

Genova. “Noi neofascisti? E’ un termine riduttivo. Ci rifacciamo a un archetipo di società tradizionale i cui valori principali sono la comunità, la fratellanza e il solidarismo. Il nostro modello di società parte dalla Repubblica di Platone passando per il sacro romano impero e perché no anche da alcuni aspetti del fascismo, ma definirci fascisti nel 2017 è antistorico. Siamo soprattutto sovranisti”. A parlare sono Giacomo Traverso, responsabile dell’associazione culturale La Superba, Paola, Federico e Giovanni. Ci tengono a chiarire alcuni punti, dopo gli articoli pubblicati da Genova24 (“Ci hai dipinto come fossimo American history X” esordiscono) sull’apertura della loro nuova sede in via Serra che avverrà nelle prossime settimane. Il 7 ottobre? “Ancora non lo sappiamo, perché non dipende solo da noi” sottolineano consapevoli che la Questura è in allarme per la doppia inaugurazione di sedi di movimenti di estrema destra nel giro di poche settimane.

Che cos’è esattamente la Superba? “La Superba è un’associazione culturale che nasce un anno e mezzo fa in ambito locale, e successivamente si è federata con Lealtà Azione – spiega – Abbiamo diversi progetti di cui il più importante è CooXazione che si occupa di aiutare le famiglie indigenti. Per questo in primis abbiamo affittato la sede: forniamo un pacco alimentare dietro la presentazione dell’Isee alle famiglie italiane che hanno bisogno cercando di arrivare dove lo Stato non arriva. Gli altri principali progetti che portiamo avanti a Genova sono I Lupi danno la zampa per aiutare gli animali in difficoltà e Una voce nel silenzio che si occupa dei cristiani perseguitati, a cominciare da Medio Oriente”.

Però ci sono anche progetti da reduci nostalgici come Memento, dal Campo X del cimitero maggiore di Milano alla pulizia delle tombe dei caduti dell’Rsi. “Si tratta di piccoli gesti per omaggiare chi per l’Italia ha dato tutto e che non si ferma alla seconda guerra mondiale e alla Rsi – dice – ma il nostalgico becero non ci interessa. Il nostro sguardo è puntato verso il futuro”.

Bruco, il degrado del fratello minore

Anche quando fate il saluto romano? “Il saluto romano fatto al Cimitero maggiore ha il significato di far capire che ci siamo e che non ci arrendiamo a un sistema che non ci rappresenta perché viviamo in una dittatura tecnocratica, viviamo in un sistema dove la libertà di espressione per alcuni si sta chiudendo”. A Milano c’eravate anche voi giusto? “Sì c’eravamo tutti – conferma – qualcuno ha fatto il saluto romano, personalmente ho messo il pugno sul cuore, ma noi siamo aperti e ognuno può fare quel che vuole”. Anche tatuarsi le svastiche? “Non credo che sia meglio chi si tatua Stalin” dicono quasi in coro spiegando però che le svastiche loro quattro non le hanno (le croci celtiche invece sono ammesse) e “a Genova nessuno fa parte degli Hammerskin” ci tengono a precisare.

A proposito di saluti e simboli, alla Camera martedì è stata approvata una legge che vieta il saluto romano così come i gadget sul ventennio: “E’ una legge liberticida perché nega la libertà di espressione. Detto questo nella nostra sede non ci sarà nessun busto di Mussolini o simili perché sono cose che a noi non interessano e sono i media spesso a fare di tutta un’erba un fascio” spiegano con un gioco di parole che suona un po’ surreale.

L’apertura della vostra sede arriva poco dopo il cambio di colore politico al governo della città: “In realtà abbiamo deciso di aprire la sede quando la nostra comunità ha raggiunto un certo grado di maturità, anche se avesse vinto Crivello avremmo aperto”. Ma avete fatto campagna elettorale per Bucci: “Qualcuno di noi, a titolo personale – precisa – come la Superba la politica istituzionale non ci interessa, ci interessa l’attività sociale e non siamo vincolati a nessun partito. Ci interessa invece il dialogo”. Dialogo con chi? “Con tutti, è evidente però che la destra è più propensa a parlarci, ma per esempio sui temi del lavoro non ci dispiacerebbe confrontarci con la Fiom” dice Traverso. E Federico aggiunge: “Il confronto ci piace molto anche se ci è sempre stato negato perché siamo considerati antropologicamente dei subumani”.

Uno dei temi caldi è quello dell’immigrazione, voi aiutate solo gli italiani. E gli immigrati che fuggono dalle guerre o che sono in condizione di indigenza? “Aiutiamoli davvero a casa loro” dice Traverso improvvisamente imbarazzato dall’involontaria citazione di Matteo Renzi. Poi precisa: “Questo non significa continuare a depredare le risorse dei Paesi d’origine ma costruire scuole, ospedali e infrastrutture. Invece quel che sta accadendo è quello che vuole la grande finanza che li mette contro una classe media sempre più impoverita”. No allo sfruttamento del Sud del mondo, ma anche porte chiuse all’integrazione: “Nemmeno gli immigrati la vogliono perché vogliono mettere da parte un po’ di soldi e tornare nel loro Paese. Noi siamo contro il multiculturalismo che ha fallito: basta vedere la situazione in Francia e in Belgio. Non voglio dire che gli Europei siano meglio degli altri, ma siamo diversi e lavoriamo per preservare questa diversità”. I no border? “Sono gli utili idioti, forse inconsapevoli, di questo sistema voluto dalla finanza mondiale che vuole abbattere le barriere per abbassare il costo del lavoro” dicono tanto per rendere il clima ancora più teso in vista delle nuova apertura.

Aprite voi e Casapound quasi in contemporanea, sembra che vi siate messi d’accordo: “Assolutamente no. Con Casapound siamo ‘amici’ e ci conosciamo ma quando ci vediamo spesso nemmeno parliamo di politica – dice il responsabile della Superba – così come ho amici in compagnia unica e anche amici di sinistra. Noi siamo propositivi e aperti, sono altri quelli che si sentono minacciati da noi e si definiscono ‘anti’”. Ci saranno  probabilmente manifestazioni e proteste contro l’apertura della vostra sede: “Legalmente non è possibile impedirci di aprire perché abbiamo un regolare contratto d’affitto e anche diversi avvocati per tutelarci. Se volessero impedircerlo in altro modo, noi siamo lì. Non vogliamo che succeda assolutamente nulla all’inaugurazione – dicono – perché non è nostro interesse, ma è vero che io non mi sognerei mai di dire che un centro sociale non deve aprire” dice Traverso che precisa di essere il ‘responsabile’ dell’associazione ma non il presidente (“A causa del suo lavoro preferisce non comparire” spiega).

Il vostro leader Stefano Del Miglio è stato condannato per aver accoltellato sei esponenti di sinistra nel 2004: “Io non faccio l’avvocato – si limita a dire Traverso – e a Genova la violenza è sempre arrivata dall’altra parte da almeno trent’anni. Noi non vogliamo che accada nulla, ma se ci cercano è chiaro che sappiamo difenderci”.

All’inaugurazione i militanti della Superba’ attendono un centinaio di persone. Ci saranno anche parecchi skinhead. “Ognuno è libero di vestirsi come vuole – dice Traverso – io mi vesto in camicia e scarpe da vela. Ovviamente anche tra noi ci sono delle differenze”. Verrà anche del Miglio? “Non lo so, speriamo. Ci stiamo lavorando”. Sapete che la città sarà blindata e che l’inaugurazione sarà un momento di grande tensione per l’ordine pubblico? “Non è un problema nostro – chiosano – ognuno faccia il suo lavoro”.

leggi anche
Bruco, il degrado del fratello minore
Estrema destra
La Superba e Casapound, sedi ‘blindate’: dal Pd agli antifascisti radicali, la macchina della protesta si mette in moto
corteo antifascista 7 ottobre
Assemblea e presidio
Estrema destra, smentite sull’inaugurazione della Superba ma gli antifascisti saranno comunque in piazza il 14 ottobre

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.