La polemica

Consiglio metropolitano, M5S fuori “con rabbia”

Sedi istituzionali e palazzi del governo

Genova. Movimento 5 Stelle polemico sul meccanismo elettorale della Città Metropolitana. “Ieri si è chiuso il termine per presentare le liste per le elezioni della città metropolitana – scrive il gruppo pentastellato a palazzo Spinola – premesso che riteniamo le elezione di secondo livello una limitazione di democrazia che toglie il diritto di voto ai cittadini, abbiamo ritenuto doveroso, in qualità di prima forza politica del paese, provare ad avere almeno un portavoce all’interno della Consiglio metropolitano”.

I requisiti per poter presentare una lista alle elezioni erano di fatto due: sottoscrivere una lista formata da un minimo di 9 a un massimo di 18 candidati – il movimento ne ha individuati 9, Solari (Rapallo), Gorin (Bogliasco), Altosole (Ceranesi), Puppo (Campomorone), Traverso (Arenzano), Tini (Genova), Pirondini (Genova), Giordano (Genova), Ceraudo (Genova) – e che la lista fosse sottoscritta da almeno il 5% degli aventi diritto al voto (quindi Sindaci o Consiglieri comunali dell’area metropolitana).

Indicativamente servivano quindi una quarantina di firme di sottoscrittori. Va specificato che gli stessi non potevano essere contemporaneamente candidati. “Insomma – continuano Luca Pirondini e colleghi portavoce – per poter presentare la nostra lista, con simbolo del Movimento 5 Stelle e solo con eletti tra le fila del Movimento stesso, avevamo bisogno oltre alle nostre dieci rimanenti, di un’altra trentina di firme. Abbiamo deciso di provarci, abbiamo deciso di fare tutto il possibile perché la prima forza italiana potesse esprimere almeno un rappresentante all’interno del Consiglio metropolitano. Purtroppo, il sondaggio effettuato esclusivamente tra le liste civiche ci ha messo di fronte a un’amara e ben nota verità. Le liste civiche che si presentano alle amministrative sono nella stragrande maggioranza delle maschere di carnevale per i vecchi partiti che ormai, sempre più, si vergognano di esporre i propri simboli”.

Il Movimento 5 Stelle viene quindi tagliato fuori dal Consiglio metropolitano. “Preferiscono sottoscrivere fantomatiche liste sconosciute probabilmente anche ai sottoscrittori stessi lasciando senza rappresentanza, lo ribadiamo, la prima forza politica italiana nonché, paradosso dei paradossi, la forza politica con il maggior numero di eletti con il proprio simbolo in tutta l’area metropolitana – dicono dal M5S – scelgono, di non far entrare un orecchio del Movimento 5 Stelle in Consiglio presumibilmente per paura che si capisca quello che fanno o vorrebbero fare. Appena possono escluderci lo fanno, sempre! Noi non saremo all’interno del Consiglio metropolitano, loro però, sempre più arroccati, dimostrano tutta la loro paura e debolezza. Ormai, è solo questione di tempo, forse di ore. E noi, sappiamo aspettare”.

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