Genova. “Noi pensiamo al Carlo Felice come a un teatro aperto, sempre, come una fabbrica della musica, ma anche un luogo di eventi, e ci fa piacere che ormai tantissime istituzioni o soggetti privati scelgano il teatro per fare le loro manifestazioni”.
Le serate come quella dedicata a Paolo Villaggio, ma anche i concerti di musica leggera, organizzati dai privati, o la convegnistica, secondo il sovrintendente del Carlo Felice di Genova, Maurizio Roi, sono ottime opportunità per far vivere una struttura, come quella del teatro dell’opera, che deve superare la rigidità della stagione lirica o sinfonica.
La ricetta sembra andare proprio in questa direzione aprendo la struttura a iniziative che possano avvicinare il pubblico, i turisti e la città al teatro. “Vuole essere una casa della cultura oltre a una casa dell’opera”. A questo si aggiunge una sempre maggiore attenzione ai giovani, che saranno gli spettatori del futuro, e sui quali il teatro vuole investire.
“Stiamo lavorando sui ragazzi delle scuole – spiega a Roi – e su questo vorremmo investire di più. Il Teatro della Gioventù potrebbe darci una buona opportunità per strutturare alcuni progetti speciali per le giovani generazioni e per le scuole. E’ un lavoro di cesello, che abbiamo cominciato che si affianca quelle attività che abbiamo sempre fatto. Su questo tema, quest’anno vorremmo fare un salto di qualità“.
Altro tema centrale sarà il turismo, che vede nel Carlo Felice uno dei punti di attrazione. “Si possono creare nove occasioni intanto cercando di avere il teatro aperto nelle giornate festive e poi cercando di produrre qualcosa di interessante, tra novità e popolarità, Paganini ad esempio, è un grande attrattore turistico. E poi dobbiamo connetterci con i flussi turistici che già ci sono, è un lavoro che stiamo cercando di organizzare, siamo molto migliorati negli ultimi tempi ma vogliamo fare di più”.
Anche perché oggi il teatro si trova in un momento decisamente particolare. “Io
penso che il Teatro Carlo Felice sia su un crinale, tra il periodo moltodifficile che abbiamo passato e la costruzione del nuovo. Se facciamo un salto costruiremo il nuovo, se non lo facciamo bene possiamo tornare indietro. Siamo sul filo e dobbiamo guardare come avere una prospettiva lunga stando attenti ai numeri, alla quotidianità, alla solidità e alla concretezza di quello che facciamo”.
Da qui le scelte per la nuova stagione che, in un certo senso, e’ abbastanza innovativa.
“Se dobbiamo trovare un filo rosso che collega gli spettacoli di questa stagione – spiega Roi – è novità e amore. Novità perché ci sono alcune cose veramente originali a partire dall’inaugurazione, con un opera musical come West Side Story, nel centenario di Bernstein, che viene prodotta dal Carlo Felice in collaborazione con una grande società internazionale che distribuisce musical.
Abbiamo, poi una novità assoluta perché abbiamo commissionato, due anni fa, un’opera da una composizione del maestro Marco Tutino. Miseria e nobiltà è, anche questa come la prima, una Giulietta e Romeo. Riproponiamo, poi, il confronto tra Traviata e Rondine di Puccini, ne sono la stessa storia d’amore anche se risolta diversamente.
In stagione abbiamo Lucia di Lammermoor, dove debutterà Bocelli nel ruolo di Edgardo, e poi ci sono due grandi capisaldi, Rigoletto, una nostra produzione storica con Leo Nucci che debutta nel ruolo di Carlos Alvarez e Norma che, per noi, si chiama Mariella Devia.
Per quanto riguarda il balletto, ci saranno titoli di grande richiamo, come lo Schiaccianoci, e poi il Don Chisciotte con un corpo di ballo importante, quello del teatro di Belgrado. Sul fronte della Sinfonica, inoltre, questo sarà l’anno di nascita del festival Paganini e, quindi, la stagione sarà inaugurata con il concerto numero 2 per violino e orchestra diretto da Andrea Battistoni.
La campagna abbonamenti, che si è avviata un po’ in ritardo, sarà mantenuta aperta fino alla sera della inaugurazione. “Abbonarsi al Teatro Carlo Felice è conveniente – spiega Roi – c’è un ottimo programma sia lirico che sinfonico per tutti i gusti e ci sono offerte per tutte le tasche. Ma questo è anche un modo per dare al teatro quella solidità e quelle certezze di cui ha bisogno. Noi abbiamo cercato di consolidare pur tra mille difficoltà il teatro – conclude Roi – adesso abbiamo bisogno di sapere che i genovesi e liguri sono il nostro pubblico”.