I dati

Artigianato, in Liguria perse 2.600 microimprese in otto anni

Si salvano solo alimentari e riparazioni

falegnameria polo 90 albenga

Artigianato, in Liguria perse 2.600 microimprese in 8 anni Si salvano solo alimentari e riparazioni. La Liguria ha la terza miglior prestazione d’Italia dopo Trentino e Lazio. Grasso (Confartigianato): “La falcidia d’imprese legata a calo dei consumi, tassazione vorace, concorrenza sleale, difficoltà di accesso al credito e pesante burocrazia. La Liguria va meglio delle altre regioni, grazie anche agli interventi messi in campo, ma si deve aumentare il sostegno al settore: una priorità nell’agenda regionale”.

Vetrai, falegnami, costruttori edili, sarti, mobilieri. Sono 2.603 gli artigiani che hanno cessato la propria attività in Liguria negli ultimi 8 anni (giugno 2009-giugno 2017, dati Infocamere-Movimprese). Erano 46.566 nel 2009, sono diventati 44.353 nel 2016 e 43.963 nel 2017, con un calo del –5,6% negli ultimi otto anni e del –0,9% nell’ultimo anno: terza dopo il Trentino (-3,7%) e il Lazio (-5,5%) negli ultimi otto anni per minor calo. Botteghe artigiane e micro e piccole imprese che, nonostante gli sforzi, non hanno resistito alla crisi e hanno chiuso i battenti. In totale in Italia sono quasi 146 mila imprese.

I numeri che emergono dall’analisi di lungo periodo sono, per certi settori, davvero impressionanti. L’autotrasporto è passato dalle 3.357 microimprese del 2009 alle 2.673 del 2017, perdendo 684 unità (-20%).
L’artigianato del legno ha perso 214 microimprese (-26%), passando da 824 a 610 realtà. Non è andata meglio ai mobilieri, -25% e 64 unità in meno, passati da 252 realtà attive nel 2009 alle attuali 188. Lo stesso dicasi per i sarti: nel 2009 erano 533, oggi sono 443. Il calo è stato del 16,8% e il settore ha perso 90 imprese. Il settore della lavorazione del pellame, 63 microimprese in Liguria, ha subito una riduzione del 17% (nel 2009 le imprese erano 76). Male anche stampa e legatoria e la fabbricazione di prodotti in metallo, entrambi settori che in otto anni si sono ridotti del 21%. Nel primo caso si tratta di 316 imprese attive contro le 401 del 2009 (-85 unità), nel secondo parliamo di 1.266 microimprese contro le ben 1.601 del 2009 (si sono perse 335 unità imprenditoriali). In calo anche gli autoriparatori: nel 2009 in Liguria se ne contavano 2.214, oggi sono 2.023. Il calo è stato dell’8,6%, -191 unità. Brusca diminuzione anche per vetrai e ceramisti: nel giro di otto anni il settore ha perso il 20% delle imprese, passando dalle 410 alle 328 microimprese. Le costruzioni, altro settore particolarmente colpito dalla crisi, hanno subito una riduzione del 3%, passando dalle 21.899
microimprese del 2009 alle 21.240 odierne (659 realtà in meno).

“Migliaia di micro e piccole imprese artigiane messe in ginocchio dalla crisi – commenta il presidente di Confartigianato Liguria, Giancarlo Grasso – e duramente colpite, in questi anni, da calo dei consumi, tassazione vorace, concorrenza sleale, difficoltà di accesso al credito e pesante burocrazia. Tutti ostacoli alla vita delle microimprese che,
ricordiamolo, rappresentano il 96,3% dell’imprenditoria della nostra regione. Va meglio in Liguria rispetto alle altre regioni e ciò ci fa naturalmente piacere e dimostra che una serie di interventi messi a punto con l’amministrazione regionale hanno mitigato gli effetti negativi. Ma questo non basta e dobbiamo aumentare il sostegno al settore, che deve restare sempre una priorità nell’agenda regionale”.

Una caduta proseguita anche negli ultimi 12 mesi. Tra i settori presi in considerazione, la stampa è quello che, a livello percentuale, ha subito il calo più marcato ell’ultimo anno, perdendo il 5%. I falegnami si sono ridotti ulteriormente del 4,3% tra giugno 2016 e giugno 2017, vetrai e ceramisti dell’1,8%. Proseguito anche il calo ell’autotrasporto (-3% in un anno), del settore dei mobili, delle costruzioni e dell’autotrasporto (tutti dell’1%). -0,9% per il settore del confezionamento di abiti e sartoria.

Alcuni settori si sono salvati da questo tracollo. Si tratta dell’artigianato alimentare, che nel giro di 8 anni è cresciuto del 2,7% (passando da 1.414 a 1.452 microimprese nel 2017), e di quello della riparazione e della manutenzione, in totale 717 micro e piccole imprese: erano 422 nel 2009, il boom è stato del 70% (+295 unità). Anche in questo
caso, la crescita prosegue nell’ultimo anno: +0,7% per il settore alimentare, +2,7% per gli artigiani riparatori.

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