"non chiamateci gufi"

Allerte e maltempo, gli agricoltori: “Per ora è andata bene, ma manca un piano di bacino”

Nel territorio genovese preoccupa il Leira, a Voltri

Bruco, il degrado del fratello minore

Genova. “Non vogliamo fare i menagramo, o come dice qualcuno i gufi, ma da un rapido giro di orizzonte sul territorio possiamo dire che eventi piovosi di forte intensità – la tragedia di Livorno insegna – ci troveranno ancora una volta largamente impreparati. Interventi di pulizia degli alvei dei maggiori torrenti (neppure tutti) ci sono stati, ma ciò che manca, in maniera evidente, sono interventi sui rivi che alimentano le aste torrentizie principali. Da lì molto spesso provengono i materiali (ramaglia, tronchi o, peggio, rifiuti ingombranti abbandonati) che concorrono a creare difficoltà al deflusso delle acque, spesso occludendo gli alvei”.

Ad attaccare le istituzioni e le amministrazioni, comunali e regionali evidentemente, è la Cia Liguria, la Confederazione italiana agricoltori. “È evidente che situazioni a rischio, che potevamo definire eccezionali, oggi sono sempre più frequenti al punto da doverle ritenere “ordinarie” o comunque “frequenti” – dice Aldo Alberto, presidente Cia Liguria -. Tale condizione deve essere assunta come base per definire interventi precisi di manutenzione territoriale”.

Tra i casi citati quello, nel territorio genovese, quello del Leira a Voltri, le cui condizioni nella parte più critica – la foce – sono quelle della foto che trovate in questo articolo (scattata dalla Cia lo scorso 8 settembre).

“Potremmo trovare situazioni simili in altri torrenti e rivi della nostra regione. Ribadiamo che la nostra preoccupazione è data dall’assenza di una programmazione di “bacino” che intervenga sull’intero sistema di regimentazione delle acque, governandone il deflusso a partire dalla rete a monte, i rivi minori e la regimentazione del suolo – prosegue Aldo Alberto -. Vorremmo vedere accolte le parole del Presidente Mattarella che ha sottolineato, con grande forza, come queste situazioni siano da considerare una priorità. E forse anche – aggiungiamo noi – una priorità sul piano di quegli investimenti pubblici che potrebbero dare grande impulso all’economia e alla domanda di lavoro”.

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