Produzione agricola

Siccità, a rischio vendemmia e olive. L’allarme di Confagricoltura “Chiediamo stato di calamità”

Quest'anno è piovuto il 26% in meno. A rischio anche le colture invernali e difficoltà per i pascoli e gli allevamenti

Vendemmia
Foto d'archivio

Genova. La scarsità di piogge potrebbe creare problemi per le prossime raccolte di uva e olive in Liguria. A lanciare l’allarme Confagricoltura, che segnala anche le condizioni non buone della rete di distribuzione idrica.

“Ci stiamo attivando – dichiara il presidente ligure di Confagricoltura, Luca De Michelis – affinchè la Regione si attivi per richiedere lo stato di calamità naturale per questi due settori. Non di meno ci viene segnalato che anche la zootecnia sta risentendo di questa penuria di piogge con pascoli e foraggio fortemente danneggiati. Per la frutta – osserva De Michelis – i prezzi, che sono il termometro della situazione, ci indicano un’altra anomalia: troppa frutta, maturata in fretta e tutta insieme, al pari delle verdure, con la conseguenza di una sovra presenza sui mercati che giocoforza si trasformerà in mancanza delle stesse nelle prossime settimane”.

“Se dovessero perdurare le attuali condizioni climatiche – prosegue il presidente ligure di Confagricoltura – potremmo presto trovarci a fronteggiare la mancanza di alcuni ortaggi sui banchi dei mercati e dei market, come fagiolini, pomodori, melanzane e peperoni, nonchè ad avere il rischio della perdita delle colture autunnali ed invernali, come cavoli e tutti gli ortaggi a foglia verde”.

“In questi giorni – continua De Michelis – abbiamo riunito gli stati generali della nostra vitivinicoltura ed il quadro sulla imminente vendemmia non è dei migliori, in quanto si prevede una minor produzione (30 % secondo il Centro Studi di Confagricoltura Liguria) ed un tasso zuccherino troppo alto, con ‘alterazione’ della qualità. Preoccupa la previsione che vede per settembre possibili forti precipitazioni con le logiche conseguenze”.

“Male anche il quadro – secondo Confagricoltura Liguria – per l’olivicoltura su cui bisogna intervenire con la cosiddetta ‘acqua di soccorso’ ove è possibile innaffiare, e dove il danno è evidente con la cascola. Sotto i 200 metri sul mare – continua la nota – è comparsa in più zone anche la mosca dell’olivo”.

I 478.000 chilometri di acquedotti italiani sono vecchissimi, il 25 % di questi ha più di 50 anni di vita. Il 60 % è stato costruito tra 30 e 50 anni fa.

La spesa italiana per le nostre infrastrutture idriche è inferiore ad ogni paese europeo. In Italia parliamo di 32 euro per abitante contro gli 88 della Francia, i 100 del Regno Unito ed i 129 della Danimarca.

“Numeri impietosi – sottolinea il presidente di Confagricoltura Liguria, Luca De Michelis – che indicano un dato preciso. La siccità si ‘combatte’ anche con minori sprechi. In agricoltura riusciamo ad utilizzare solo il 10 % dell’acqua piovana. Il resto si perde per la cronica mancanza di bacini e vasche di raccolta e per tubature obsolete. In Italia – prosegue De Michelis – solo il 19 % della superficie agricola è irrigato in maniera soddisfacente. Il tutto si ripercuote anche sull’export del nostro agro alimentare se consideriamo che l’80 % di ciò che esportiamo in questo settore è strettamente legato all’acqua per la sua ‘creazione'”.

Certo la siccità di questo periodo è altamente cruenta. Si calcola che in Liguria sia piovuto il 26 % in meno dell’analogo periodo dello scorso anno.

Confagricoltura Liguria puntualizza che bisogna attuare finalmente una corretta pianificazione degli invasi per la raccolta delle acque che superi i costanti problemi posti dagli enti locali troppo restii ad avere nel proprio territorio simili infrastrutture.

“Dobbiamo ammodernare la nostra rete idrica – prosegue il presidente di Confagricoltura Liguria – anche grazie alle indicazioni del PSR per il quale l’Unione Europea chiede giustamente una pianificazione verso il risparmio idrico, dando nel contempo fondi per tali investimenti”.

“Occorre – prosegue De Michelis – incentivare il recupero delle acque piovane nelle singole imprese agricole, e ragionare su un riutilizzo agricolo delle acque ‘rigenerate’ dai nostri depuratori”.

Investimenti e pianificazione, dunque, secondo la Confagricoltura ligure perchè la siccità, in prima battuta, la si combatte non disperdendo l’acqua in quantità così inimmaginabili ed inaccettabili.

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