Genova. Le esigenze cautelari permangono ma in maniera più attenuata rispetto alla situazione precedente soprattutto dopo che l’incidente probatorio di questa mattina ha cristallizzato la versione dei fatti fornita dall’altra ragazzina minorenne che la sera di venerdì scorso era con Adele De Vincenzi, Gabriele Rigotti e Sergio Bernardin quando sono andati a comprare l’mdma a Busalla e lo hanno consumato nell’appartamento di Rigotti ad Albaro.
Per questo il gip Nicoletta Bolelli ha deciso dopo una settimana di scarcerare i due ragazzi mandandoli agli arresti domiciliari. I due che hanno 21 e 19 anni sono accusati di morte come conseguenza di altro reato e di spaccio di sostanze stupefacenti.
I ragazzi, unici maggiorenni del gruppo, sono finiti in carcere sopratutto per il pericolo di inquinamento probatorio anche perché non solo avrebbero fornito versioni contraddittorie sulla modalità di acquisto della sostanza stupefacente, ma anche sull’atteggiamento complessivo tenuto nei momenti immediatamente successivi al malore della ragazza visto che non sono stati nemmeno in grado di chiamare i soccorsi.
Su questo aspetto però, dall’esame delle telecamere analizzate dagli investigatori della squadra mobile, emerge anche un altro particolare inquietante: quella notte in via San Vincenzo Adele si e accasciata a terra tra la confusione degli amici e soprattutto nell’indifferenza generale. sarebbero molti infatti i passanti che vedono la scena e tirano dritti. Solo un netturbino ecuadoriano preoccupato dalle condizioni della ragazzina chiamerà il 118. Adele, entrata in coma poco dopo, morirà al pronto soccorso dell’ospedale Galliera nonostante il disperato tentativo dei sanitari di rianimarla.