Doccia fredda

Isola del Cantone, il biodigestore non si farà. Anzi sì: sull’attenti comitati, Comuni e Pd

Sembrava che la Regione vincolasse l’autorizzazione paesaggistica ad alcuni passaggi di proprietà. Ma così non è stato

Genova. Avevano gridato vittoria troppo presto i comitati del no al biodigestore a Isola del Cantone e, con loro, tutti i Comuni liguri e piemontesi che si erano opposti alla realizzazione dell’opera. Pochi giorni fa il sindaco di Isola, Giulio Azzale, aveva annunciato che ormai il progetto non era più all’ordine del giorno. Sembrava, infatti, che il terreno destinato alla costruzione del biodigestore fosse stato strappato dalle mani dei costruttori e acquistato da un altro imprenditore il quale, lì, avrebbe realizzato una discarica di materiale di scarto edilizio.

Ma le cose sono più complicate del previsto. E a evidenziarlo è il gruppo Pd in consiglio regionale che, non a caso, si era espresso con favore alla notizia dello stop all’impianto. “La Regione ancora una volta dà una mano al contestato progetto del biodigestore di Isola del Cantone nonostante l’opposizione del territorio, dei sindaci della Valle Scrivia e dei vicini Comuni piemontesi – scrivono Pippo Rossetti e Giovanni Lunardon, consiglieri regionali del Pd – era già successo con la valutazione di impatto ambientale positiva concessa a dicembre 2016, dopo che per altro tutti i gruppi consiliari regionali avevano votato due mozioni pressoché analoghe (una nostra e una della Lega) che esprimevano fortissime riserve al riguardo e recepivano la contrarietà dei Comuni interessati. Ora succede di nuovo con l’autorizzazione paesaggistica. A marzo in commissione avevamo capito che questa autorizzazione non poteva essere concessa senza che il soggetto proponente potesse dimostrare prima la titolarità dell’intera area coinvolta dal progetto, invece non è stato così“.

Il 27 luglio l’autorizzazione paesaggistica è stata concessa senza che questo pre requisito fosse rispettato demandandone la verifica alla Città metropolitana in sede di autorizzazione unica. “Cioè – continua Rossetti – demandando ad un altro ente un preciso compito che sarebbe spettato alla Regione. Il risultato è che con questo atto, e con la precedente VIA, la Regione dà il completo via libera, per quanto di sua competenza, al progetto del biodigestore, proprio quando sembrava che fosse definitivamente tramontato“.

Il PD presenterà un’interrogazione per chiedere agli assessori competenti spiegazioni si riserva di condividere con i Comuni e le forze sociali del territorio, a partire dall’Associazione Isolese Ambientalista, ulteriori iniziative consiliari da mettere in atto per condividere la battaglia”. Al momento resta comunque la speranza, ma piuttosto flebile, che l’azienda intenzionata a costruire il biodigestore rinunci ad acquisire i terreni.

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