Reportage

Una “gita” in Corso Perrone, lungo il mezzo chilometro di discarica abusiva fotogallery

A Campi la situazione dell'abbandono dei rifiuti ha superato i livelli di guardia

Genova. Una volta era la strada percorsa dagli operai delle tante fabbriche della Valpolcevera, oggi è l’arteria preferenziale di chi si dirige ai centri commerciali della zona.

Di notte, è terra di nessuno: area di prostituzione, storicamente. Ma anche discarica abusiva. Scelta da chi sa che difficilmente ci saranno telecamere di videosorveglianza o controlli da parte delle forze dell’ordine a sorprendere chi voglia abbandonare illegalmente i propri rifiuti.

Corso Perrone. Campi. Mezzo chilometro di marciapiede costellato da auto e furgoni abbandonati, alcuni con elementi (adesivi, targhe, effetti personali) che non renderebbero impossibile scoprire i proprietari, ma anche mobili vecchi, distrutti, materassi di ogni foggia – ce n’è anche uno di un’insolita forma rotonda – e materiale di scarto di lavorazioni edili o di falegnameria, un basamento in marmo, poltrone, frigoriferi, lavatrici, capi di abbigliamento, tra cui qualche pelliccia (verosimilmente in materiale sintetico).

Uno stato di degrado non nuovo ai quartieri periferici genovesi (in Val Polcevera, come in Val Bisagno, soprattutto) ma che qui, a Campi, sotto la collina di Coronata, ha raggiunto dimensioni impressionanti. Con il rischio che la situazione possa aggravarsi sia dal punto di vista igienico (la discarica viene utilizzata come latrina a cielo aperto) sia da quello della sicurezza: qualcuno potrebbe dare fuoco agli oggetti abbandonati. Così, per esempio, è successo pochi giorni fa al Lagaccio dove in via Bartolomeo Bianco si è sviluppato un incendio di vaste dimensioni.

Proprio in queste ore il presidente del Municipio Valpolcevera, Federico Romeo, ha lanciato una proposta all’amministrazione comunale per cercare di rendere più complicata la vita di chi abbandona i rifiuti di grosse dimensioni.

Nel frattempo, le immagini di corso Perrone risultano ancora più sfacciate se si pensa che a poche centinaia di metri, in via Perlasca, c’è un’isola ecologica di Amiu dove quei rifiuti avrebbero potuto essere conferiti nel pieno rispetto della legge e del buon senso.

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