Genova. L’Italia, e Genova in primis, piange Paolo Villaggio. In rete, su Facebook, impazzano citazioni, immagini, frammenti dei suoi film. E’ l’addio commosso (e virale) di una comunità rimasta orfana del mitico ragionier Fantozzi, personaggio indelebile, croce e delizia della cultura cinefila e nazionalpopolare.
“Sveglia e caffé, con lacrimuccia. Grazie di tutto Paolo Villaggio, buon viaggio!”, il ricordo del Goa Boa, e la memoria va subito a quel primo indimenticabile Fantozzi, sulle note del refrain “paparapa paparapa”.
Ci sono, poi, anche i commenti “istituzionali”. “Addio a un grande ligure e un grande genovese – il ricordo del Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti – Con la sua ironia e la sua bravura ha scritto una pagina importante e indelebile del cinema italiano. Paolo Villaggio ci ha fatto ridere e riflettere come pochi. Un grande vuoto. Ciao Paolo e grazie di tutto”.
“Paolo Villaggio è stato un artista a tutto tondo – dichiara il sindaco Marco Bucci – Graffiante, mai banale, innamorato della sua Genova, è tra i protagonisti del cinema italiano: ha fatto ridere e riflettere, appassionando diverse generazioni”.
[tag name =’Paolo Villaggio’]
“Un artista unico, ha saputo creare una maschera comica, che gli sopravvive, come nel xx secolo hanno saputo fare solo i Totò o i Chaplin. Sicuramente la Regione, sulla scia di quanto già fatto per altri liguri illustri, renderà omaggio, nella maniera più opportuna, a questo grande artista e alla sua eredità”. E’ il cordoglio espresso dall’assessore regionale alla Cultura, Ilaria Cavo.
E da blucerchiato quale era, non poteva mancare il tweet ricordo di Ferrero: “Arte, Emozioni, ricordi, amicizia, risate, lavoro: queste sono le cose importanti della vita. Ciao #PaoloVillaggio!Campione di Vita. Forza Samp”.
Ecco che l’ultimo saluto diventa meme. “Chiuso per lutto”, è l’immagine più postata: il ragioniere sulla sua poltrona, canottiera e mutandoni di ordinanza, con il telecomando in mano e l’espressione tipica “fantozziana”, aggettivo poi diventato di uso comune nella lingua italiana, segno della potenza di un personaggio che ha travalicato la pellicola ed è diventato storia e cultura del Paese.
“La morte è una cagata pazzesca”, si legge in bacheca, con riferimento alla mitica scena “della corazzata Potëmkin”. “Ciao Ragioniere”, scrivono in molti. Scorrono le scene memorabili, gli spaghetti, la frittatona, i celebri dialoghi con Filini, con gli altrettanti celebri congiuntivi di fantozziana memoria. “Ragioniere, che fa? Batti?”
Ma è della figlia Elisabetta il ricordo più dolce. “Ciao papà, ora sei di nuovo libero di volare”, migliaia di likes, condivisioni e commenti in poco tempo.