La rinuncia

Sicurezza, altro evento cancellato a Boccadasse. Dopo la Soirèe, la beach waterpolo: “Misure impossibili per noi”

beach waterpolo boccadasse

Genova. “Dopo gli incidenti di Piazza Castello a Torino, le rinunce di chi organizza eventi in città si moltiplicano”. E’ il consigliere comunale del Pd, Alberto Pandolfo, a dare stamani ufficialità alla notizia già nell’aria da ore, con un post su Facebook: un altro evento cancellato, un’altra volta a Boccadasse (era già successo con la Soirèe della Strambata).

A saltare, anzi a migrare in altri lidi (Albaro) è il Beach Waterpolo Boccadasse appuntamento ormai consolidato che da semplice evento sportivo, è diventato, in cinque anni, evento da crocetta rossa sul calendario. La tegola è arrivata a giochi ormai (quasi) fatti, con le iscrizioni già effettuate, i soldi spesi e gli ultimi dettagli da ultimare.

A dieci giorni dal torneo (fischio di inizio 13 luglio) una circolare sul tavolo del Municipio Medio Levante ha sparigliato le carte. E’ quella del Ministero dell’Interno emanata a seguito dei fatti di Torino, e con la quale sono state diramate “nuove e rigorose disposizioni per il governo e la gestione delle pubbliche manifestazioni”, cioè eventi di carattere sportivo, culturale, musicale, di intrattenimento, “con prevedibile elevato afflusso di persone”.
Senza lo scrupoloso rispetto delle nuove “garanzie di Safety e di Security”, le manifestazioni non potranno cioè avere luogo.

Un decalogo che prevede ad esempio “Percorsi separati di accesso all’area e di deflusso del pubblico, con indicazione dei varchi”, piani di emergenza e di evacuazione, anche con l’approntamento di mezzi antincendio, suddivisione in settori dell’area di affollamento “con previsioni di corridoi per gli interventi di soccorso in emergenza”. Poi “piano di impiego, a cura dell’organizzazione, di un adeguato numero di operatori formati con compiti di accoglienza, instradamento, regolamentazione dei flussi anche in caso di evacuazione e poi spazi di soccorso, raggiungibili dai mezzi di assistenza, un’adeguata assistenza sanitaria oltre a un impianto di diffusione sonora e/o visiva, per gli avvisi al pubblico e possibile divieto di vendita di alcolici e altre bevande in bottiglie di vetro.

“Ci siamo trovati spiazzati, è difficile, per non dire impossibile, rispettare queste misure in un luogo come Boccadasse, si pensi solo ai piani di affollamento – spiega Luca Bittarello, giocatore di punta del Sc Quinto e uno degli organizzatori del torneo – Ma soprattutto serve un soggetto che firmi il piano di sicurezza, e ne diventi responsabile penalmente. Noi non avendo identità associativa ci rifacciamo alla polisportiva Vignocchi che però dati i presupposti si è, giustamente, tirata indietro”.

In poche parole misure sacrosante per il mega evento al Modena Park, non per il torneo di pallanuoto a Boccadasse, nato dall’idea e dalla volontà di un gruppo di giovani atleti per far rivivere gli albori di uno sport in Liguria è tutt’altro che minore (in origine la pallanuoto era giocata in mare) e per rivitalizzare il borgo, gioiello del Medio Levante e cartolina della città.

Noi non guadagnano niente, lo facciamo esclusivamente per far divertire i partecipanti e gli spettatori, ogni anno sempre più numerosi, e per rivitalizzare Boccadasse nei giorni infrasettimanali , ma queste sono misure impossibili per una realtà come la nostra”. La naturale conseguenza è che l’evento non si fa più. “Purtroppo abbiamo già speso molti soldi, stiamo cercando altre disponibilità per non perdere tutto”.

Sembra che dalle piscine di Albaro sia arrivata una prima risposta positiva, ma resta l’ultima carta. “Domani abbiamo appuntamento con il neo consigliere delegato allo Sport, Stefano Anzalone. O il Comune si prende tutte le responsabilità o saremo costretti a farlo ad Albaro, con grande dispiacere, ovviamente. Vediamo cosa ci dirà”.

“Si trovino regole condivise che consentano, insieme alla circolare in materia di sicurezza, lo svolgimento di occasioni d’attrazione di massa senza dover più dire addio ad eventi ludici, di sport o culturali che animano la città”, scrive Pandolfo. Il dibattito, almeno in rete, è già partito.

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