Ambiente e mafia

Ecomafia, Liguria prima regione del Nord per illeciti ambientali. Il report di Legambiente

Presentato il report di Legambiente sulla diffusione degli eco-reati. Liguria maglia nera del nord Italia

Eco mostro sori
Foto d'archivio

Genova. Nonostante il trend positivo nazionale, che indica una inversione di tendenza rispetto agli anni passati, la nostra regione spicca per essere la “peggiore” delle regioni del nord d’Italia per numero di illeciti ambientali,con ben 1488 infrazioni accertate (e all’ottavo posto a livello nazionale). Dati che rappresentano il 5,9% sul totale nazionale e che raccoglie 1456 denunce, otto arresti e 155 sequestri.

È quanto emerge in sintesi da Ecomafia 2017 di Legambiente, le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia, edito da Edizioni Ambiente con il sostegno di Cobat e Novamont, e presentato oggi a Roma alla Camera e Deputati. Un volume che raccoglie i numeri delle illegalità ambientali, quattro nuovi approfondimenti (dedicati allosfruttamento degli animali da reddito, al mercato degli shopper illegali, all’allarme delle illegalità nei parchi e alle navi dei veleni) e una serie di best practises promosse da Legambiente; ma soprattutto anche per questa edizione Ecomafia 2017 fa il punto sui risultati che si stanno ottenendo in maniera sempre più sistematica grazie alla legge sugli ecoreati.

A soli due anni dall’entrata in vigore della legge sugli ecoreati, nel complesso diminuiscono gli illeciti ambientali e il fatturato delle attività criminali contro l’ambiente. Un trend positivo, che lascia ben sperare. Nel 2016 i reati ambientali accertati delle forze dell’ordine e dalla Capitaneria di porto sono passati da 27.745 del 2015 a 25.889 nel 2016, con una flessione del 7%. Per dirla in altro modo, si tratta di 71 al giorno, circa 3 ogni ora. Cresce, invece, il numero degli arresti 225 (contro i 188 del 2015), di denunce 28.818 (a fronte delle 24.623 della precedente edizione di Ecomafia) e di sequestri 7.277 (nel 2015 erano stati 7.055), a testimoniare una sempre maggiore efficacia dell’azione investigativa e repressiva. Inoltre nel 2016 il fatturato delle ecomafie scende a 13 miliardi registrando un – 32% rispetto allo scorso anno, dovuto soprattutto alla riduzione della spesa pubblica per opere infrastrutturali nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso e al lento ridimensionamento del mercato illegale.

Più in generale in Italia emerge nuovamente il fenomeno della corruzione, che continua a dilagare in tutta la Penisola, la questione dell’abusivismo edilizio con 17mila nuovi immobili abusivi nel 2016, il ciclo illegale dei rifiuti in crescita. In questo quadro, fatto di luce e ombre, diminuisce complessivamente in percentuale il peso delle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso, che passa dal 48% del 2015 al 44% del 2016, anche se si confermano ai primi posti nella classifica per numero di illeciti ambientali: in vetta la Campania con 3.728 illeciti, davanti a Sicilia (3.084),Puglia (2.339) e Calabria (2.303).

Come anticipato la Liguria resta la prima regione del Nord, il Lazio quella del Centro. Su scala provinciale, quella di Napoli è stabilmente la più colpita con 1.361 infrazioni, seguita da Salerno (963), Roma (820), Cosenza (816) e Palermo (811).

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