Genova. Nel giorno del primo incontro ufficiale tra il sindaco Marco Bucci e il prefetto Fiamma Spena, due ore a porte chiuse – che “sono andate benissimo”, ha detto il primo cittadino – durante le quali sicuramente è stato fatto cenno anche alla delicata situazione di Genova come punto di approdo di un numero di profughi ben più alto rispetto a quello delle quote stabilite dal Ministero, a Genova.
Da Reggio Calabria sono stati dirottate in Liguria 29 persone di cui 10 destinate a rimanere a Genova, 7 a Savona, 6 a La Spezia e 6 a Imperia. Non ci sono nuovi comuni che abbiano deciso di cambiare linea, aprendo le porte ai profughi. “Però – spiega Pierluigi Vinai segretario di Anci Liguria – non si può continuare a dare addosso ai sindaci. Io continuo a dire che lo Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, è il miglior sistema, anche se ci sono aspetti da migliorare”.
Ma occorre guardare anche altrove, afferma Vinai: “Penso ad esempio alle caserme dismesse, ai conventi e seminari chiusi, alle case di Arte non in graduatoria, le case cantoniere. Si potrebbero usare queste strutture per iniziare ad accogliere queste persone e non gravare solo sui comuni”.