Genova. “Sottopagati, privi di diritti e tutele, con contratti a singhiozzo, tuttavia estremamente produttivi”. Queste le parole con cui Nidil Cgil e Funzione Pubblica lanciano l’allarme sulle condizioni lavorative del personale precario degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Ircss) e Istituti zooprofilattici sperimentali (Izs).
Le organizzazioni sindacali annunciano una petizione affinché si metta in atto con urgenza un percorso di stabilizzazione dei lavoratori protagonisti della Ricerca sanitaria in Italia e si dica basta al blocco delle assunzioni e al ricorso sempre più frequente a contratti precari, a basso costo e con scarse tutele. In Italia, sono circa 3.500 i ricercatori precari che lavorano con contratti co.co.co, borse di studio, partite Iva, nei 21 Ircss pubblici, nei 10 Izs e nelle loro 90 sezioni.
Nello specifico, al Gaslini, sono 104 i lavoratori impiegati nella ricerca con contratti precari e flessibili. L’anzianità media dei lavoratori è di circa 10 anni, in alcuni casi si superano i 20 anni. Per loro nessuna prospettiva concreta di stabilizzazione. Personale altamente qualificato (medici, veterinari, biologi, biotecnologi, data manager, tecnici di laboratorio, ingegneri, fisici, chimici, agronomi, ecc) che fornisce un contributo fondamentale per la collocazione della ricerca sanitaria italiana ai primi posti delle classifiche mondiali, nonostante le quote del Pil investite in ricerca siano notevolmente inferiori alla media Ocse.
“Rappresentano il presente e il futuro della Ricerca sanitaria in Italia – puntualizzano i sindacati – ma il loro avvenire è caratterizzato da una perenne incertezza”. Per Funzione Pubblica e Nidil Cgil “da troppi anni questi lavoratori sono tenuti fuori da un percorso di stabilizzazione”. Inoltre, per quanto attiene al processo di riorganizzazione del settore della ricerca del Gaslini e alla produzione scientifica, i lavoratori continuano ad assistere a un continuo rimando decisionale da parte della Dirigenza “L’unico risultato concreto, penalizzante per i lavoratori, per i pazienti e per il Gaslini, è il ridimensionamento di laboratori (in particolare quello, fondamentale, di oncologia) a seguito del pensionamento dei primari e di ristrutturazioni aziendali, la carenza di fondi a sostegno delle attività di ricerca e del rinnovo dei contratti”.
Funzione Pubblica e Nidil lanciano il loro appello al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, alla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, alla ministra della Pa, Marianna Madia, e al Parlamento “perché, una volta per tutte, si ascolti la voce dei protagonisti della Ricerca Sanitaria in Italia”. Per questo NidiL Cgil Fp e chiedono con l’appello l’apertura di un confronto per determinare “le modalità, i correttivi e i tempi con cui intervenire per darne piena applicazione, includendo nel percorso di stabilizzazione anche queste lavoratrici e questi lavoratori”.
La petizione potrà essere firmata on line anche a questo indirizzo.