I fatti

Patrocinio di Comune e Regione al Liguria Pride: come stanno davvero le cose?

Da Tursi la conferma (solo per quest'anno), da piazza De Ferrari il diniego (come l'anno scorso). La manifestazione domani nelle strade di Genova

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Genova. Domani, sabato 1 luglio, nelle strade di Genova si svolgerà il Liguria Pride, organizzato dal Coordinamento Liguria Rainbow, una manifestazione che si propone di lottare contro le discriminazioni, non solo quelle legate al mondo Lgbt ma anche a quella fetta di popolazione “debole”, dai migranti ai senza dimora alle vittime di bullismo.

In questi giorni che precedono il corteo coloratissimo che, dalle 17e30 circa, si snoderà dalla Comunità di San Benedetto in direzione di piazza De Ferrari, più che i temi alla base dell’iniziativa si è parlato (moltissimo) dei patrocini, concessi o meno, confermati o meno, da parte delle istituzioni: Regione Liguria e Comune di Genova.

Come stanno le cose. C’è chi ha scritto che la giunta comunale genovese, ancora in pectore del nuovo sindaco Marco Bucci, avrebbe tolto il patrocinio al Liguria Pride. Falso. E il primo cittadino lo ha ribadito nel pomeriggio. “Non abbiamo tolto il patrocinio”. Altra questione è: il simbolo del Comune tornerà a campeggiare sui manifesti del Pride, nel 2018?. La risposta è no. “Credo che come giunta dovremo dare un patrocinio soltanto a quelle iniziative – spiega Bucci – che siano condivisibili e di interesse per tutti, non soltanto per una parte. Come non daremo il patrocinio al Pride non lo daremo – dice per fare un esempio – neppure alla processione di San Giovanni”. Il sindaco di Genova, eletto per il centrodestra, espressione di una coalizione che ha al suo interno diverse spinte profondamente cattoliche, ha anche parlato delle unioni civili. “Il sindaco, o più precisamente, l’amministrazione devono fare quello che la legge dice di fare, nessuno potrà dire che a Genova l’amministrazione non farà qualcosa che è stabilito per legge”. Il riferimento non è soltanto al registro delle Unioni (etero o gay non importa) istituto anni fa dalla giunta Doria, ma alla legge sulle unioni civili del Governo, in vigore dall’inizio dell’anno.

A negare il patrocinio, come d’altronde lo scorso anno, al Liguria Pride, è stata invece la Regione Liguria. A dichiararlo gli stessi organizzatori dell’evento di domani. Non solo. I consiglieri regionali del Pd e Rete a Sinistra Raffaella Paita e Gianni Pastorino, hanno espresso il loro giudizio sul fatto che “Con una laconica comunicazione dell’assessore Cavo si sia negato il patrocinio alla manifestazione perché non ritenuta in linea con il programma politico” della maggioranza “in materia di politiche sociali e di tutela della famiglia”.

“Curiosamente questa decisione è stata maturata a poche ore dall’evento e lo stesso giorno in cui il centrodestra ha sancito, con il proprio voto in Consiglio regionale – dicono Paita e Pastorino – che chi denigra le persone omosessuali non va condannato. È davvero una brutta deriva quella presa dalla nostra regione sul tema dei diritti civili. La destra degli sportelli antigender vuole farci tornare indietro di decenni rispetto a conquiste sociali importanti”.

Il Consiglio Regionale, per la precisione, quest’oggi ha respinto con 16 voti contrari (maggioranza di centro destra) e 12 favorevoli (minoranza) l’ordine del giorno, presentato da Raffaella Paita, ma anche Alice Salvatore (Mov5Stelle) e Francesco Battistini (Rete a sinistra&liberaMENTE Liguria), con cui “il Consiglio regionale disapprova le frasi antisemite pronunciate dal presidente del Parco5Terre, e le frasi pronunciate contro i gay dal consigliere Giovanni De Paoli durante una commissione. La frase, da lui poi smentita, era: “Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno”. Sul caso era stata aperta anche un’inchiesta per diffamazione aggravata. De Paoli aveva spiegato: “Ho detto che non lo brucerei”.

L’assessore Cavo ha poi spiegato: “Tutte le manifestazioni pacifiche sono legittime e sono un contributo positivo al dibattito politico e sociale del paese. Auguro ai manifestanti e ai promotori della manifestazione, verso cui ho sicuro rispetto, una proficua giornata di mobilitazione a favore delle loro idee. La concessione del Patrocinio tuttavia, viene normalmente concessa ad iniziative di alto valore su obiettivi coerenti, condivisi, profondamente radicati a tutti i livelli e trasversali rispetto al dibattito politico, sociale e valoriale che attraversa il paese e la regione. La manifestazione in oggetto non risponde a questi requisiti”.
 
Domani la madrina del Liguria Pride sarà Alba Parietti. Amica di Don Andrea Gallo e da sempre sostenitrice dei diritti Lgbt, ha spiegato la sua partecipazione. “Perché è una festa, una festa dei diritti, non solo diritti lgbt, ma di tutte le persone; perché esistono discriminazioni verso fasce sociali emarginate, bambini e bambine vittime di bullismo, discriminazioni sul lavoro specialmente per le persone trans”.

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