Si cambia?

Nella città dei 1000 festival la “rivoluzione” Marco Bucci fa paura (ma non troppo)

Eventi come Suq Festival, festival della Poesia, Genova Film Festival e tanti altri continueranno a essere sostenuti dal Comune? Abbiamo chiesto agli organizzatori di eventi cosa si aspettano dal futuro

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Genova. La notte di domenica, mentre gli exit poll già suggerivano chi sarebbe stato il nuovo sindaco di Genova, in piazza De Ferrari risuonava la voce graffiante di Angela Baraldi, artista punta di diamante del Lilith Festival, una rassegna al rock al femminile organizzata ormai dal 2011. Al Porto Antico, nelle stesse ore, si stava chiudendo l’edizione numero 19 del Suq – Teatro del Dialogo, ideata e promossa da Chance Eventi, uno degli appuntamenti dell’estate a Genova.

Sono soltanto due delle tante realtà legate a cultura e entertainment che, in queste ore, si domandano cosa cambierà, se cambierà, per loro ora che il Comune di Genova ha cambiato colore politico, dopo anni di gestione del centrosinistra, ora che arriverà comunque un nuovo volto per l’assessorato di Cultura e Turismo (sempre che si tratti di un unico assessorato), visto che quella di “voltare pagina” sembra essere una delle missioni annunciate dal nuovo corso a palazzo Tursi.

Nel bilancio consuntivo 2016 del Comune di Genova la spesa corrente per “la tutela e valorizzazione di attività e beni culturali” è stata di 25 milioni e 708 mila euro, una cifra pressoché invariata rispetto al 2015 e leggermente più alta rispetto al 2014. D’altronde i tagli, quelli pesanti, sono arrivati dopo il 2007. Da allora, chi organizza festival e rassegne, si arrangia come può. Più di prima, comunque. Anche perché di quei 25 milioni abbondanti solo una piccola fetta è destinata alle iniziative stagionali. L’investimento più importante del 2016 è stato relativo a trasferimento per 1 milione e 800 mila euro e 1 milione e 400 mila euro al Teatro Carlo Felice, per farsi un’idea di quali siano “i pesci grossi” da nutrire.

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Tra gli organizzatori dei più importanti e storici festival a Genova lo stato d’animo è di incertezza e preoccupazione. “Ne hanno ben donde” ha sibilato qualcuno dagli staff del centrodestra. Perché la strategia della nuova giunta potrebbe essere quella di ottimizzare, concentrare, diversificare i finanziamenti rispetto allo status quo. E c’è chi potrebbe restare a bocca asciutta, o quasi.

Non che ci sia molto da mangiare. Almeno ad ascoltare le voci dei diretti interessati. “I finanziamenti da parte del Comune sono importanti ma costituiscono una piccola parte del nostro budget – dice Sabrina Napoleone, tra le ideatrici del Lilith festival – servono a coprire quasi interamente il cachet dei service, per il resto dobbiamo sperare negli sponsor privati”. Al Lilith più che l’aspetto economico preoccupa la concessione di altre agevolazioni, come gli spazi. “Quest’anno avevamo De Ferrari – spiega – se il nostro progetto non dovesse essere considerato all’altezza potrebbero anche spostarci”. Eppure erano stati proprio gli uffici comunali, un paio di anni fa, a proporre al festival rock una collaborazione. Così come, ultimamente, sono altri Comuni liguri a corteggiare le ragazze del Lilith. Per la prima volta, se non ci saranno buone nuove, valuteranno uno spostamento.

Anche il Suq Festival, una delle realtà storiche dell’offerta culturale genovese, è abituato da tempo a contare solo in parte sui finanziamenti comunali, e anche a fronteggiare tagli improvvisi (l’anno scorso la Regione sforbiciò le risorse messe a disposizione del 70% cancellando il supporto ai progetti formativi). “Il Comune ci versa 14 mila euro, il 12% del budget totale – spiega Carla Peirolero, organizzatrice del Suq – restiamo in attesa, ma credo che anche la nuova amministrazione non potrà non tenere conto del successo della nostra manifestazione, solo quest’anno 70 mila presenze, siamo patrocinati dall’Unesco, e l’anno prossimo compiremo 20 anni. Il nostro sottotitolo è ‘teatro del dialogo’, cercheremo di dialogare con il nuovo assessore alla Cultura, chiunque sarà”. Il Suq è uno dei due festival teatrali in Liguria (insieme a quello di Borgio Verezzi) a essere riconosciuto dal Mibact, dal quale riceve oltre 26 mila euro. Ci sono poi gli sponsor privati come San Paolo e i partner tecnici come Novamont.

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Chi rischia anche di più è il Festival Internazionale della Poesia – Parole spalancate. “Il ministero dei Beni Culturali non riconosce la poesia come come spettacolo dal vivo e quindi non riusciamo a ottenere una serie di fondi – afferma Claudio Pozzani, l’organizzatore – e la nostra rassegna, nonostante nomi dal calibro internazionale, ormai riceve dalle istituzioni un decimo di iniziative analoghe nel resto d’Europa”. Una rassegna che fino alla grande crisi poteva contare su sovvenzioni pubbliche di diverse decine di migliaia di euro. Per Pozzani la situazione “non era sostenibile adesso” figuriamoci se ci saranno ulteriori tagli. Ma spera che “l’assessorato alla Cultura sia assegnato a qualcuno che abbia una reale esperienza nell’ambito del management culturale”.

“Siamo nati preoccupati”, scherza ma neppure troppo, Davide Ferrari, ideatore e organizzatore del Festival Musicale del Mediterraneo – Musica Apolide, che quando andrà in scena – dal 1 al 17 settembre – compirà 26 anni. “Il Comune è sempre stato molto presente, e quindi per noi è importante che resti tale, ma i festival sono stati un grande richiamo per il turismo e per l’immagine della città, quindi speriamo che la nuova giunta sia interessata a proseguire su questa strada”. Speranze sul nuovo o nuova assessore? “Auspichiamo che sia una persona giovane e comunque piena di energie e aperta alle idee”.

Cristiano Palozzi è invece uno degli organizzatori del Genova Film Festival. “Il cambiamento, così come le crisi, possono anche portare a qualcosa di positivo” dice, in maniera diplomatica. Quest’anno, come l’anno scorso, il GFF si terrà in autunno. “Stiamo ancora aspettando di capire quali saranno i contributi di Regione e Comune – dice – e quindi se devo esprimere un desiderio dico che spero davvero che ci sia il capitolo finanziamenti alla cultura possa andare in tandem tra quei due enti, in modo da avere certezza dei fondi disponibili e non navigare a vista”. Tutti i finanziamenti pubblici comprono, complessivamente, la metà del budget a disposizione del Genova Film Festival. “Il punto non è tanto quante e quali risorse arriveranno – aggiunge – ciò che mancano sono degli interlocutori che permettano di pianificare eventi anche di grande portata. Noi abbiamo grandi nomi da portare ma non sappiamo a chi rivolgerci”. E ancora: “Spero che all’assessorato sia chiamato un tecnico e che Cultura e Turismo siano deleghe separate, c’è bisogno di qualcuno che si occupi della cultura a tempo pieno”.

A fronte di eventi che dal Comune ricevono soltanto un patrocinio istituzionale (tradotto, niente soldi diretti), come per esempio il festival musicale Goa Boa, ci sono altre realtà in cartellone che presto dovranno iniziare la “processione” a Tursi per capire che ne sarà di loro. Tra i festival, rassegne e concorsi finanziati dal Comune, quest’anno, il talent per autori di canzoni Genova X Voi, la rassegna Teatro Akropolis, il festival estivo In una notte d’estate – Percorsi, il Festival dell’Acquedotto in Val Bisagno, il Cargo Festival, e ancora Circumnavigando, la rassegna di nouveau cirque, alcuni eventi estivi ai Giardini di Plastica e il Festival nuovo Cinema Europa.

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