Genova. “Ma non gliel’hanno detto che qui siamo tutti terroni?”. Sulla porta del Circolo amici di Certosa una donna sulla cinquantina scherza insieme al marito, sorpresa del fatto che all’interno del bar ci sia Matteo Salvini, leader della Nord, che prende il caffè dopo una passeggiata tra selfie e strette di mano tra i banchi del mercato del sabato mattina.
“Terroni”. Una parola che può suonare offensiva, ma non se a pronunciarla, con ironia è proprio chi, tanto tempo fa o più recentemente ha scelto di muoversi dal sud a nord, per cercare lavoro e fortuna, e a Certosa sono tanti. Basti pensare che gli abitanti di un piccolo paese siciliano – Riesi – negli anni del boom si sono praticamente trasferiti in massa dalla provincia di Caltanissetta al quartiere polceverasco.
Ma i tempi sono cambiati da quando Lega Nord voleva dire separatismo, federalismo, “Roma ladrona”, “Sud fannullone”. “Dovrebbero chiamarla Lega Italia” commenta un ragazzo, osservando incuriosito Matteo Salvini che gioca a fare il cliente di una venditrice di pinoli. “Se vince Bucci, signora, pinoli per tutti”.
Come nei suoi altri – numerosi – blitz genovesi, da Begato a via Lugo, da via Tortosa (dove è stato questa mattina) al centro storico, il segretario della Lega è accolto da sorrisi, saluti, battute. Distribuisce i volantini arancioni a sostegno di Marco Bucci. Fa uno “scambio di volantino” con una sostenitrice del Pd e di Gianni Crivello. Ascolta i commercianti, i pensionati, le mamme, che si avvicinano e gli raccontano in un orecchio, sottovoce, i loro problemi. A metà tra un reverendo e una pop star. Nelle piazze ci si muove così.
Salvini che, in una Certosa dove l’immigrazione (quella interna) è ormai memoria lontana, e quella dall’estero è ormai assimilata da tempo, parla di Ius Soli. Un argomento su cui Lega Nord e Movimento 5 Stelle sono sembrati particolarmente vicini, in questi ultimi giorni. “Fino al 25 giugno ci occupiamo di eleggere sindaci, sindaci onesti, a Genova, Verona, Piacenza, Padova – afferma Salvini – sindaci capaci che ripuliscano le città, che sistemino le case popolari, in quest’ottica la cittadinanza facile agli immigrati, lo Ius Soli, è una follia assoluta e se il Pd insisterà siamo pronti, anche a luglio, anche ad agosto, a girare le piazze di tutto il Paese per raccogliere le firme per un referendum con cui gli italiani cancelleranno questo regalo di cui non c’è bisogno”. (La legge proposta dal Governo sullo Ius Soli espande i criteri per ottenere la cittadinanza italiana e riguarda soprattutto i bambini nati in Italia da genitori stranieri o arrivati in Italia da piccoli. “Un pastrocchio invotabile” le parole di Beppe Grillo).
Nella tana del lupo. Matteo Salvini arriva a Certosa, il “quartiere” dove abita e dove ha fatto politica, da sempre, il candidato del centrosinistra Gianni Crivello. “Un quartiere come un altro – afferma Salvini – uno dei quartieri dimenticati dal Pd e dalla sinistra, facile ricordarsi di alcune periferie solo in campagna elettorale”.
Partito Democratico – ma senza Gianni Crivello – che a Certosa questa mattina c’era. Una resistenza “burocratica” quella messa in atto da alcuni militanti e politici del centrosinistra, tra cui il presidente del municipio Federico Romeo e il consigliere regionale Giovanni Lunardon: in una ventina si sono piazzati in piazza Petrella, con gazebo e manifesti. Proprio dove avrebbe dovuto arrivare Salvini poco dopo. I “dem” avevano fatto la richiesta di occupazione del suolo pubblico. Permesso che invece gli “arancioni” di Bucci si erano scordati di chiedere. E così, a colpi di carte bollate, piazza Petrella non è stata espugnata. Bisognerà vedere se questo tipo di strategie basteranno, al centrosinistra, per respingere l’avanzata degli avversari. Ma l’arrivo di Matteo Renzi a Genova, per ora, resta una lontana ipotesi.