Lettera al direttore

Lettere

Lettera ai genovesi di Arcangelo Merella

Arcangelo Merella

E’ la data in cui ho ufficializzato il mio impegno per Genova. “Ufficializzato” è il termine corretto perché non ho mai smesso nel mio quotidiano, in via ufficiosa, di occuparmi – anche senza ricoprire ruoli istituzionali – della città in cui sono nato e che amo.

Genova, la Superba, Genova il porto del Mediterraneo, Genova culla di democrazia, Genova del mare, dei monti, delle eccellenze enogastronomiche e culturali. Genova che non ha bisogno di slogan, ma di decisioni concrete per il suo futuro. Di visione strategica, di scelte coraggiose e lungimiranti per prendersi il posto di rilievo che merita in Italia e nel mondo. Genova che non è provincia d’Italia, ma la sesta città italiana per popolazione nel suo territorio metropolitano e la quarta per economia nel nostro Paese. Genova che è grande e vorrei che ce ne accorgessimo tutti.

Ho in testa un progetto per la città che ho cercato di declinare in maniera più chiara possibile, traducendolo anche in zeneise, in 9 punti programmatici:

1) visione strategica per la città
2) decoro al centro dell’attività dell’amministrazione – cura del bene pubblico
3) la città antica che genera risorse
4) cittadinanza attiva e volontariato per una Genova più bella e solidale
5) potenziamento del ruolo dei municipi
6) sicurezza e vivibilità per tutti i cittadini
7) economia del mare, hi-tech, turismo per uscire dalle sacche della crisi
8) cura del paesaggio e mobilità sostenibile per una seconda “rivoluzione” della mobilità
9) eventi per una città colta che attrae

Sono tutti punti interconnessi tra loro che seguono un unico fil rouge: vivere bene a Genova.

Genova deve tornare ad essere la città dell’opportunità: la politica non deve, con le sue lotte interne, con le sue ambizioni proiettate a Roma, ostacolare lo sviluppo della città, il suo necessario cambiamento. La politica deve dettare l’agenda e agevolare i cittadini che sono parte indispensabile di questo processo di cambiamento ed evoluzione.

Non basta dire “tagliamo le tasse”: bisogna trovare soluzioni per reperire risorse alternative per non compromettere i servizi pubblici e l’amministrazione della città.

Non basta dire “più sicurezza”: bisogna cercare soluzioni che non ledano i diritti di nessuno e, al tempo stesso, permettano a tutti una vita più sicura in ogni angolo della città.

Non basta parlare alla “pancia” della gente: bisogna informarla senza inganni, dare alle persone gli strumenti per capire e scegliere. Partecipazione è una parola bellissima, ma rischia di essere vuota se la politica non sa spiegare con onestà le decisioni che intende assumere o i percorsi che intende intraprendere.

Ge9sì è una lista civica, fatta di persone, non di partiti: lungo questa campagna elettorale i big che mi hanno sostenuto sono stati tecnici, professori, lavoratori di Genova e non solo che hanno raccontato alle persone che hanno deciso di ascoltarci quali sono i punti critici della città e le possibili soluzioni.

E’ finita l’era delle “risse” tra partiti: non c’è tempo. Ora destra e sinistra devono lavorare insieme per migliorare la città: pena l’inesorabile declino di Genova.

Certo, un sindaco non ha la bacchetta magica. Ma non è neanche un fantoccio. E’ un amministratore, un cittadino – il primo, si dice – che deve dedicare ogni momento della sua giornata a Genova, che non deve aver paura di circondarsi di persone anche più esperte di lui, che possono scontrarsi con lui, a patto che si faccia il bene della città.

Ho 63 anni e la politica è una cosa che mi ha insegnato e dato molto. Ho la stessa passione degli inizi, forse dovuta al fatto che guardando i miei nipoti, auspico con tutte le forze un futuro migliore per queste nuove generazioni qui a Genova.

Il tempo viaggia veloce: 7 mesi di incontri sul territorio, di proposte, di mani strette, di abbracci, di critiche, di confronti con praticamente tutti i rappresentanti del mondo economico, culturale, sociale di Genova, hanno lasciato tracce profonde in me. Tracce che si trasformeranno, una volta a palazzo Tursi, prima in idee, poi in progetti concreti, infine in fatti. Opere. Opportunità.

Io, noi, voi, siamo Genova!

Io, e spero anche voi, lavoreremo duro per ridare alla città lo smalto di un tempo.

Torniamo ad essere orgogliosi di Genova, torniamo a crederci. Cambiamo, davvero.

Con affetto e gratitudine per il viaggio fatto finora insieme, Arcangelo Merella. E speriamo sia solo l’inizio!

Arcangelo Merella Ge9Sì

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