La protesta

Ilva di Cornigliano, corteo fino alla Prefettura: documento unitario con le istituzioni indirizzato a Gentiloni

In gioco c'è il futuro dello stabilimento di Cornigliano con gli investimenti e la tutela dei posti di lavoro. Le tute blu tornano in piazza dopo un anno e mezzo

Ilva: il corteo dei metalmeccanici della Fiom

Genova. Si riuniranno in assemblea alle 7, poi intorno alle 8.30 su muoveranno in corteo dalla portineria dello stabilimento per attraversare la città e arrivare fin sotto la prefettura. Saranno in sciopero per otto ore i lavoratori Ilva di Cornigliano (insieme a quelli di Novi ligure che verranno a manifestare a Genova) nper difendere il loro posto di lavoro. Circa 5 mila gli esuberi annunciati dal piano di Am Investco Italy, la cordata formata da Arcelor Mittal (85 per cento) e Marcegaglia (15) giudicata migliore dai commissari Ilva rispetto all’altra offerta vincolante presentata (AcciaItalia: Jindal, Cassa Depositi e Prestiti, Arvedi e Delfin di Del Vecchio).

Domani il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda firmerà, a meno di sorprese, il decreto che assegna gli impianti alla cordata di Am Investco. Nello stesso momento circa un migliaio di lavoratori sarà in strada per ribadire che non ci devono essere esuberi, che tutti i lavoratori dovranno passare sotto la nuova Ilva (l’idea invece è che gli esuberi restino all’interno della società in amministrazione controllata) e soprattutto che a Genova dal 2005 a tutelare occupazione e reddito c’è l’accordo di programma.

I sindacati e i lavoratori di Cornigliano hanno trovato immediata sponda nelle istituzioni locali firmatarie di quell’accordo che domani in Prefettura a Genova stileranno insieme alla delegazione di lavoratori una lettera da inviare al presidente del consiglio Paolo Gentiloni per chiedere una convocazione urgente dei firmatari dell’accordo per la difesa del quale i lavoratori dell’Ilva sono scesi in piazza molte volte, l’ultima un anno e mezzo fa con tre giorni di proteste e blocchi stradali. E anche questa volta non si tireranno indietro.

Non sarà uno sciopero a oltranza per ora, quello dell’Ilva, visto che i tempi e le incertezze della vendita sono ancora troppi, ma se ci sarà bisogno si arriverà anche a quello. Intanto a settembre i circa 500 lavoratori in cassa integrazione, 380 dei quali svolgono i lavori di pubblica utilità per integrare il reddito come previsto l’accordo di programma vedranno i loro progetti scadere: “Dobbiamo affrontare anche questo capitolo – spiega il segretario della Fiom genovese Bruno Manganaro – per questo qualche settimana fa abbiamo scritto una lettera a società per Cornigliano per sapere quanti dei 5 milioni decretati dal governo per gli lpu siano stati finora spesi”.

Ora però la priorità è un’altra e più grave: sapere quanti saranno gli esuberi su Genova e se l’accordo di programma, su cui il Governo nei due incontri che si sono susseguiti questa settimana non ha saputo dare risposte, è ancora valido oppure no.

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