Genova. Dal 1990 a oggi le balenottere presenti nel Santuario Pelagos, l’area marina protetta tra Liguria, Francia e Principato di Monaco, sono passate da 900 a 330 esemplari con un calo del 63%.
L’allarme è stato lanciato dalla direttrice del Progetto Pelagos dell’Istituto Tethys Sabina Airoldi stamani in Capitaneria di Porto di Genova durante l’incontro con i Comuni costieri liguri organizzato per il 15^ anniversario della Carta di partenariato del Santuario Pelagos.
Presenti il comandante regionale della Guardia Costiera amm. Giovanni Pettorino, l’assessore regionale all’Ambiente Giacomo Giampedrone, il sindaco Marco Doria con i colleghi dei Comuni aderenti alla carta. “Il rilevamento medio del numero di balenottere, finanziato dal Ministero dell’Ambiente, è stato effettuato via mare e con studi aerei – ha detto Airoldi -. Le cause principali del forte calo sono l’impatto antropico e la ricerca di alimenti da parte delle balenottere”.
“Non tutti gli esemplari nel periodo invernale rimangono nel Santuario Pelagos – ha detto ancora -, buona parte va nella zona di Lampedusa a nutrirsi e torna nel Mar Ligure durante l’estate affrontando un viaggio di oltre mille km in meno di 5 giorni senza fermarsi. Una delle nostre scoperte più importanti dimostra che la nostra popolazione di balenottere è ‘mediterranea’ – ha detto -.
Inizialmente pensavamo che gli esemplari dell’Atlantico attraversando lo stretto di Gibilterra venissero qui a mettere su grasso grazie all’alta quantità di fitoplancton ma non è così”. Un altro mammifero marino a rischio nel Santuario Pelagos è il grampo “la cui popolazione si è dimezzata nell’ultimo periodo. Da tre anni nessuno lo vede nella parte italiana dell’area protetta, un dato preoccupante”.
Aumentano invece gli esemplari di stenella, zifio e capodoglio. Sono 100 i capodogli presenti nel Santuario Pelagos, 11 di loro avvistati vicino allo stretto di Gibilterra.