Genova. Il risveglio amaro dopo la sconfitta. Per il centro-sinistra genovese oggi è il lunedì più freddo dell’estate appena incominciata, un’estate che ha il gusto di un autunno improvviso. Pochi sono i commenti di chi la corsa elettorale l’ha persa, e non solo ieri. Una debacle che ha radici lontane, visto che in dieci anni si sono persi per strada circa 80 mila voti: Marta Vincenzi, ultimo sindaco eletto dalle file del Pd, raccolse circa 156 mila preferenze al primo turno, contro le 76mila di 15 giorni fa.
Il day after inizia con un post dello stesso Crivello che, dopo il riconoscimento a caldo della sconfitta e la promessa di un’opposizione dura, questa mattina sulla pagina Facebook rilancia la sfida della “squadra”: “Grazie ai 91507 elettori (del ballottaggio, ndr) che hanno creduto nella nostra proposta e nella nostra squadra. Grazie alle volontarie e ai volontari, alle candidate e ai candidati che con me hanno condiviso questa intensissima avventura. Abbiamo perso ma, siamo e rimaniamo una bella squadra e con questo spirito riprendiamo il cammino. Con tutto l’affetto di questo mondo, semplicemente grazie”.
Per Marianna Pederzolli, si dichiara pronta a ripartire nella certezza che “il sole tornerà a sorgere”: “Tutte le donne e gli uomini che hanno cambiato il mondo sono passati da tremende sconfitte. Quello che fa la differenza è come ci si rialza, é la forza e la tenacia di lottare per quello che si crede giusto. Non permetterò mai a nessuno di togliermi la voglia di fare politica”.
Il guanto della sfida lo lancia anche Cristina Lodi, regina delle preferenze in casa Pd, confermata in Consiglio Comunale: “L’opposizione la so fare bene. Ma faremo qualcosa di più”. Questo il breve messaggio postato questa mattina sui social.
Rabbia e costernazione arrivano invece da Simone Leoncini, sicuramente tra i meno premiati da questa consultazione elettorale, che i panni sporchi li vuole lavare “in house”: “Gli azionisti di maggioranza del centrosinistra hanno scelto invece la via di una continuità confusa e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Invece a declinare l’innovazione siamo rimasti davvero in pochi e così il tentativo di fare qualcosa di nuovo si è rivelato vano. Come piantare un seme nel deserto. Nel deserto di questa politica arida e autoreferenziale, capace solo di esprimere gelo verso ogni sforzo di rigenerazione, nulla cresce. Siamo però convinti – conclude la nota stampa – che anche dopo una sconfitta ritroveremo tante persone pronte a riprendere il cammino”.
Prova ad allargare lo sguardo Raffaella Paita, capogruppo del Pd in regione: “In Liguria abbiamo subito una sconfitta netta, sia a Genova sia alla Spezia. Ma si tratta di due vicende molto diverse tra loro. A Genova abbiamo perso anche con un’ampia alleanza a sinistra; alla Spezia, invece, le divisioni e le candidature dentro il perimetro del centrosinistra hanno condizionato pesantemente l’esito del voto. La volontà di far perdere il centrosinistra a Spezia è stato perseguita scientificamente e, da parte di qualcuno, in modo del tutto irresponsabile. Sul futuro credo che molto inciderà lo scenario nazionale che si aprirà – conclude- Chi deciderà di credere nel Pd, a partire da me, dovrà farlo con lo spirito di ricostruire una comunità solidale. La guerra dei Roses a livello nazionale e locale serve solo a farci inutilmente del male tra noi.
Da altri esponenti “forti” del Pd o della coalizione tutto tace: un silenzio decisamente assordante.