Genova. I genovesi spendono di più ma il lavoro cala e anche il terziario, che secondo i dati di Bankitalia ha avuto maggiori benefici dalla ventata di ottimismo di quest’ultimo anno non solo non migliora dal punto di vista occupazionale ma, addirittura, prosegue con l’emorragia di posti di lavoro. Il problema è che si tratta di realtà troppo piccolo per fare rumore anche se, nella totalita’, purtroppo, rappresentano numeri importanti.
“Il terziario è fatto di tante piccole realtà frammentate – spiega Silvia Avanzino, segretaria Fisascat Cisl Genova – ma dobbiamo pensare che, solo tra il 2015 e il 2016, a Genova hanno chiuso in più di 100. Tutte piccole aziende, che impiegavano lavoratori, e che oggi non ci sono più”. Un danno occupazionale ma anche un problema per Genova visto che queste erano aziende del territorio, che facevano marketing territoriale e che vendevano le eccellenze di questa città.
“Io non vedo nessuna timida ripresa – prosegue Avanzino – e siamo molto preoccupati per i posti di lavoro persi in questa città,che sono veramente tanti veramente tanti. Quelli del terziario sono lavoratori fantasma, di cui nessuno ha contezza, perché fanno parte di piccole realtà ma è la somma che fa il totale è, in città, abbiamo perso centinaia di posti di lavoro, un numero che equivale quasi a tre chiusure di grandi aziende. Solo per fare un esempio, nel 2016 abbiamo perso 120 posti di lavoro, che sono tanti ma, purtroppo, non fanno rumore”.
Il problema, secondo i sindacati è proprio quello delle chiusure silenziose, delle quali ci si accorge troppo tardi. “Un caso emblematico – prosegue Avanzino – è quello di una piccola catena del centro storico, le profumerie Cassinelli, scomparse senza che nessuno se ne sia accorto. In questo caso l’ex datore di lavoro è mancato e chi ha ereditato non aveva intenzione di portare avanti questo business. Abbiamo perso dei posti di lavoro, 7 dipendenti sono andate a casa. Forse si potevano salvare, se fossero arrivati in tempo ma questi lavoratori ombra, purtroppo, arrivano in sindacato quando ormai il danno è fatto, hanno il licenziamento in mano e non c’è più nulla da recuperare”.