Genova. “Sono qui per dirvi che si può fare, se ce l’ho fatta io a Napoli in una città difficile da governare, potete farcela anche a Genova. Basta crederci e lottare”. Luigi De Magistris arriva a Genova per sostenere la candidatura di Paolo Putti e con la consueta verve dà la carica all’ex grillino e a tutta la sua squadra quasi ammaliata dalle capacità oratorie dell’ex magistrato ma anche dai fatti.
La ripubblicizzazione di tutte le partecipate (l’unica spa che abbiamo si chiama “solo per amore” scherza lui) a partire dall’acqua rispetto alla quale ricorda: “Nel 2011 un referendum sancì che l’acqua doveva essere pubblica, perché solo a Napoli abbiamo dato seguito alla volontà dei cittadini? Perché gli altri non vogliono assumersi quella responsabilità contro i poteri forti”, la rivitalizzazione della città che lui chiama “la militarizzazione di Napoli attraverso la cultura”, la partecipazione dal basso, la soluzione della drammatica questione rifiuti.
De Magistris sprizza energia e passione e contagia il popolo puttiano (ma è solo un antipasto, l’evento pubblico si terrà alle 21 in piazzetta Negri), parla di “fierezza” del popolo napoletano, di condivisone, di “umanità” e della necessità di “mettere al centro la persona”.
Lui che ha fondato ‘Dema’, il movimento politico sulla democrazia e l’autonomia, non chiede certo a Putti di entrare nel movimento ma spiega: “Il nostro obiettivo è far convergere i movimenti, mi auguro che si possa iniziare un cammino insieme”.
Stimolato dai giornalisti De Magistris parla dei sindaci arancioni, Doria e Pisapia: “Quella dei sindaci arancioni fu una bella fotografia, ma c’era molta semplificazione negli schemi. perché sia Pisapia sia Doria dopo le primarie furono sostenuti dal centro sinistra tradizionale ,mentre io mi trovai comunque contro un candidato del Pd. Soprattutto con Giuliano dal punto di vista personale ho trovato affinità, ma dal punto di vista politico non ci sono mai state grandi convergenze, anche se sono persone che umanamente stimo”
Quando gli si chiede se si consideri un sindaco di sinistra spiega: “Noi facciamo cose di sinistra, ma penso che sia necessario smetterla di parlare di sinistra e semmai appunto agire, visto che anche Renzi si definisce di sinistra”.