Lavagna

Centro migranti a due passi dal mare, De Paoli ringrazia il Tar: “Bloccarli si può”

Osiglia arrivo profughi

Lavagna. “Migranti a due passi dal mare. Bloccarli si può, nonostante il Governo di Roma a trazione Pd. Ho appreso, con piena soddisfazione, che il Tar della Liguria ha dato ragione a tanti coraggiosi lavagnesi, i quali, tramite il ricorso depositato dall’avvocato genovese Daniele Granara, hanno ottenuto la sospensione dei lavori, intrapresi dal Comune in località Besanza, frazione di Cavi di Lavagna, per la trasformazione del centro sportivo in un ostello gratuito dedicato agli immigrati richiedenti asilo”.

Il consigliere regionale della Lega Nord Liguria, Giovanni De Paoli, oggi è intervenuto così sulla battaglia legale vinta da oltre 160 residenti e proprietari di seconde case nella località turistica del Tigullio.

“Innanzitutto – ha continuato De Paoli – è bene ricordare che, secondo il Commissario UE all’Immigrazione, i migranti sbarcati attraverso la rotta del Mediterraneo Centrale risultano per almeno l’80% irregolari. Pertanto, chi chiede legalità non è razzista e la legge deve essere uguale per tutti perché non si possono fare due pesi e due misure.
Come è emerso dalle motivazioni espresse dal Tar, infatti, il Comune amministrato dal commissario prefettizio, indicato dal Ministero dell’Interno, avrebbe agito in palese contraddizione con quelle che sono le regole dell’edilizia molto spesso applicate in modo ferreo solo ai nostri concittadini. Evidentemente avrà agito in deroga alla normativa vigente, ma a quanto pare questo non è possibile. Da qui la sospensione dei lavori, in attesa del giudizio definitivo che speriamo confermi quanto stabilito in prima istanza dai giudici. Lascia un certo stupore capire che i nuovi amministratori del Comune abbiano agito in deroga alla normativa vigente per trasformare un centro sportivo in un centro di accoglienza per migranti. Mentre non sembra affatto che usino altrettanta determinazione per rilasciare le opportune autorizzazioni affinché si possa finalmente aprire ed utilizzare una palazzina dell’ospedale di Lavagna, costruita e pronta da quasi due anni per la cittadinanza. Da un lato, per i migranti in villeggiatura a Cavi si applicano le deroghe. Dall’altro, per i lavagnesi bisognosi si usa la tolleranza zero. Questa la dice lunga sulla sensibilità che questi signori hanno nei confronti degli italiani in difficoltà e della cittadinanza che ha diritto ad aiuti e risposte concrete. Il plauso va ovviamente ai cittadini lavagnesi che hanno avuto il coraggio di metterci la faccia e di auto tassarsi per sostenere i costi del ricorso, difendendo il nostro territorio a valenza prettamente turistica. Cosa che avrebbe dovuto fare il Comune, che invece fa orecchie da mercante e sembra privilegiare il business immigrati.
Cavi di Lavagna necessita di un impianto sportivo funzionante, non di un centro di accoglienza per migranti a due passi dalla spiaggia”.

“L’amministrazione del commissario prefettizio, che si è tanto accalorato nel portare avanti questo progetto, spendendo anche quattrini pubblici, si dovrebbe fare un esame di coscienza e dovrà rendere conto a qualcuno per avere gettato via circa 30.000 euro per questo progetto. Senza contare che ne serviranno altrettanti per riportare quell’impianto allo stato per cui era stato costruito, riconsegnandolo al territorio ed ai lavagnesi che hanno il sacrosanto diritto di utilizzarlo. Se gli inviati del Governo di Roma, a trazione Pd, avessero messo la stessa enfasi nel concedere le autorizzazioni per la palazzina dell’ospedale di Lavagna, questa sarebbe già usufruibile, ma evidentemente pensano che i lavagnesi possono aspettare mentre il business immigrati no”, termina.

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