Emergenza

Centro antiviolenza Mascherona: “Bisogna tutelare le donne”, ieri l’aggressione a Portello

La cingalese accoltellata ieri era già inserita in un percorso di fuoriuscita dalla violenza

violenza donna

Genova. “Ieri nella nostra città si è ripetuto l’ennesimo gesto di violenza nei confronti di una donna che cercava di intraprendere un percorso di autonomia e di emancipazione dal marito violento; ha tentato con ogni mezzo disponibile di tutelare sé stessa e i propri figli, rendendosi consapevole del fatto che la violenza e la cultura patriarcale non possono essere la base di un rapporto di coppia né, tanto meno, il contesto per far crescere dei/delle figli/figlie, eppure ha rischiato la vita”. Lo scrivono le psicologhe e assistenti sociali del centro antiviolenza Mascherona, nel centro storico di Genova, in un comunicato stampa che segue l’accoltellamento avvenuto ieri a Portello e nel quale una cingalese di 49 anni è rimasta gravemente ferita dall’ex marito.

“La violenza maschile contro le donne è fenomeno sociale, culturale, che deriva dalla diseguaglianza di genere. I Centri Antiviolenza sono spazi che accolgono le donne che subiscono violenza ma anche luoghi in cui si promuove autoconsapevolezza, fiducia, capacità progettuale, speranza e autodeterminazione.
Tuttavia non possono nulla contro la sistematica superficialità delle istituzioni che reiterano, puntualmente, una violenza che non ha nulla da invidiare a chi la agisce direttamente; sottovalutare, svalutare il racconto delle donne, non agire prontamente, diluire i tempi per l’intervento, è violenza istituzionale che vanifica e sminuisce anche l’azione di chi lavora su questo fenomeno da almeno 30 anni”.

“Il sistema – proseguono dal Centro Mascherona – deve tutelare le donne anche sulla base delle direttive suggerite dalla convenzione di Istanbul. É sempre più necessario incrementare la formazione adeguata di carabinieri, polizia, e soprattutto magistratura, poiché fino a quando le istituzioni continueranno a non ascoltare le donne, queste saranno costrette a scappare, a cambiare vita, lasciare affetti, continueranno a morire per mano degli uomini e delle istituzioni”.

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