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Wind-Tre, Pastorino e Battistini: “Posti di lavoro a rischio. Governo succube delle multinazionali”

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Genova. 900 lavoratori in Italia, di cui 200 a Genova rischiano il licenziamento, dopo la decisione di Wind-Tre per la cessione del ramo call-center.

“Un ulteriore colpo ferale all’occupazione a Genova, dove circa 200 lavoratori rischiano di subire una cessione di ramo d’azienda e passare da Wind-Tre a qualche imprecisato operatore di call center, che sicuramente non sarà in grado di fornire adeguate garanzie. Queste aziende sono in grado di sopravvivere solo per la durata dell’appalto che prefigura l’espletamento dei servizi ceduti dalla casa madre, in questo caso Wind-Tre. Una situazione estremamente pericolosa, preceduta in questi mesi da uno stillicidio di fuoriuscite, pagate dall’azienda, che hanno depauperato l’attuale patrimonio tecnico e professionale. Ma nonostante questa mossa, Wind-Tre non ha nessuna intenzione di salvaguardare il proprio personale e decide di ricollocare questo settore presso altri operatori per mere questioni di mercato. È chiaro: le tanto sbandierate operazioni di fusione fra i colossi delle telecomunicazioni producono vantaggi solo per i profitti delle società. Per i dipendenti sono previste soltanto espulsioni o cessioni contrattuali”. Lo dichiarano i consiglieri regionali di Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria Gianni Pastorino e Francesco Battistini.

“E tutto ciò avviene nel completo silenzio della politica nazionale: il governo, invece di intervenire tempestivamente nei confronti di uno degli asset strategici della nostra economia, preferisce tacere e lasciar fare alle multinazionali. Una posizione di sudditanza e di evidente mancanza di politiche industriali, in grado di indirizzare i soggetti economici di un settore così strategico. La vicenda Ericsson insegna: sono le prove generali di quanto sta accadendo in Wind-Tre. Il gruppo Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria si attiverà affinché si apra immediatamente un confronto tra organizzazioni sindacali e giunta regionale: allo scopo proponiamo di allargare anche all’area genovese il tavolo di crisi sui call center, da noi già richiesto per le aziende spezzine”, terminano i consiglieri.

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