Genova. Dopo piazza De Ferrari, con lo scopo di sensibilizzare i genovesi, i lavoratori di Wind-Tre, 900 in tutta Italia, circa 200 nei call center del capoluogo ligure, hanno portato la protesta direttamente in consiglio regionale, al cospetto della politica.
“Chiediamo un intervento deciso dalla politica, non le solite parole a vanvera”, questo il monito lanciato in questi giorni di agitazione. In ballo, al centro della protesta, ci sono 200 posti di lavoro oggi a rischio, nonostante “gli indicatori economici positivi e un piano di investimenti di 7 miliardi”.
Il piano industriale presentato ai sindacati prevede invece l’esternalizzazione del call center. “In questo modo si rischia di creare ulteriore disoccupazione”, avvertono i lavoratori e in una delle poche aziende “che ancora riusciva ad andare in maniera positiva”.
Una delegazione stamani ha incontrato giunta e capigruppo. E’ stato quindi preparato un ordine del giorno che sarà votato in aula. Intanto il Governatore Toti ha annunciato che la prossima settimana incontrerà a Genova i vertici dell’azienda per fare il punto sulla situazione. In concomitanza con l’incontro ci sarà probabilmente un presidio dei lavoratori che hanno già indetto per il prossimo 14 giugno lo sciopero nazionale.