Genova. L’idea nasce da un concetto di base: alcuni servizi dovrebbero essere garantiti per legge, per rispettare la Dichiarazione Onu dei Diritti dell’uomo che parla di diritto a vivere in maniera dignitosa.
Utenze minime garantite: è una delle proposte lanciate in fase di campagna elettorale dalla lista Chiamami Genova di Paolo Putti. Rientra nei punti di un programma depositato ma ancora in divenire: “Un programma open source – dice Putti – al quale ogni cittadino può contribuire”.
Il progetto, che prende le mosse dalle battaglie sull’acqua pubblica, è relativo alla possibilità di creare meccanismi in base ai quali, un cittadino, possa contare sulla fornitura almeno minima di luce e gas. “Abbiamo affrontato il tema delle morosità incolpevoli, in passato – continua Paolo Putti – e sappiamo che per quanto riguarda l’acqua c’è una metratura minima che non può essere sottratta all’utilizzo, adesso vogliamo provare a lavorare anche su gas e luce”.
L’idea non è tanto quella di creare un fondo da destinare alle persone impossibilitate a pagare, ma di stabilire delle convenzioni vere e proprie con i gestori ed erogatori dei servizi affinché siano obbligati a garantire un minimo di fornitura. Un’esperienza che viene portata avanti, ad esempio, dalla municipalità di Barcellona e dalla sua sindaca Ada Colau, esponente di Podemos. Un soggetto politico che con Chiamami Genova ha più di un punto in comune.
La messa in pratica di questa iniziativa non sarà semplice. A livello di bilanci e di rapporti con le società private che gestiscono acqua, luce e gas. Ma l’esempio catalano dice che arrivare all’obbiettivo sognato dai “puttiani” non è neppure impossibile.