Genova. “Una festa per il quartiere, senza fini politici. Non era certo questa l’occasione per fare campagna elettorale”. E’ amareggiato Matteo Zedda, presidente del Civ Sarzano Ravecca, alle prese con vizi di forma, rimozioni, volantini e santini. Quasi una beffa se non un “tentativo di boicottaggio”. Ma cosa è successo? Oggi era previsto (e pubblicizzato) l’evento “Che Fai? Vivo Sarzano”, un mercatino con artigiani, autoproduttori, fotografia, installazioni. Il Civ aveva chiesto, oltre ai relativi permessi, anche lo sgombero dei mezzi in piazza Sarzano, come da ordinanza.
Stamani, all’arrivo dei primi banchetti, la sorpresa: le auto non erano state rimosse e accanto all’avviso di sgombero, un anonimo volantino “Le feste in piazza saranno divertenti solo quando garantirete un parcheggio alternativo ai residenti”. E poi parecchi volantini elettorali di un determinato partito.
Un primo sopralluogo della polizia municipale ha confermato il mancato sgombero per un vizio di forma: l’avviso non era sulle piantane Aster e mancavano le classiche strisce bianco rosse.
“A riprova dell’intento di festa, tanti residenti hanno spostato la loro auto – racconta ancora il presidente del Civ – sulle auto rimaste invece abbiamo trovato l’ordinanza strappata e i volantini. Non era l’occasione di fare campagna elettorale quando si fa una festa per il quartiere senza fini politici”.
Piazza Sarzano è già al centro di un progetto di pedonalizzazione (con relativa polemica da parte dei contrari pro parcheggi), all’esame della giunta. A febbraio però, in occasione delle giornate del Fai, le iniziative nella piazza si sono svolte senza problemi.
“Oggi c’è stato impedito per questo vizio di forma, sempre che esista una regola a cui faccia riferimento – conclude Zedda – di certo siamo di fronte a un episodio spiacevole che ha rovinato una festa di quartiere”. Anche se l’evento, alla fine, si è fatto lo stesso, con i banchetti (ridotti di numero) posizionati sul sagrato della chiesa. “Non è quello che doveva essere, ma non ci fermiamo certo. Si parla tanto di cittadinanza attiva, ma se non si permette ai cittadini di promuovere eventi come questo, di cultura, come si fa?”